Neil Young è sceso in campo contro Donald Trump, pubblicando una riedizione di Looking for a Leader, composta nel 2006 per G.W. Bush. Riattualizzata durante le ormai leggendarie Fireside Sessions, è stata ora diffusa sulle piattaforme di streaming col titolo Looking for a Leader 2020: si tratta di un chiaro invito a votare contro The Donald. Basta farne scorrere il testo.
Yeah, we had Barack Obama/ and we really need him now/ The man who stood behind him/ has to take his place somehow
America has a leader building walls around our house/ He don’t know black lives matter/ and we got to vote him out
È la seconda mossa di Neil Young contro Trump nelle ultime settimane, avendo gli avvocati del canadese invitato il presidente a non usare nei suoi comizi (pur avendone acquisito i diritti) la canzone Rocking in the Free World e, come accaduto nel recente raduno flop a Tulsa, anche la meno nota Devil’s Sidewalk: appartenente al concept album Greendale, del 2003, questo secondo pezzo non ha gran senso estrapolato dall’album anche se forse (suggerisce Rolling Stone) Trump lo ha scelto perché da l’idea del clima di una small town americana.
Esiste comunque una Political Entities License che può impedire l’uso di una canzone in una campagna politica, se l’artista o chi detiene i diritti ne chiede il blocco.
Donald Trump ha usato Rocking in the Free World per la prima volta nel 2005, quando annunciò che avrebbe corso per la presidenza e, di recente, durante il discorso a Mount Rushmore del 3 luglio, curiosamente insieme ad altre due canzoni di Young, Like an Hurricane e Cowgirl in the Sand. Young nell’occasione ha fatto sapere via Twitter “This is NOT ok with me” e “I stand in solidarity with the Lakota Sioux”.
Siamo in realtà al paradosso: Trump ha dichiarato a Rolling Stone nel 2008 di “essere un grande fan di Young”, di cui ammira la “voce unica”, pur non riuscendo poi a nominare una canzone preferita del canadese. The Donald è stato visto però nel 2000 e nel 2006 nelle prime file dei concerti newyorchesi di Young e dei CSN&Y.
La canzone del contendere: Rocking in the Free World, che era stata usata pure da Bernie Sanders (appoggiato da Young) nella campagna del 2016, è apparsa per la prima volta sull’album Freedom, del 1989, in doppia versione, acustica ed elettrica.
Nella biografia Shakey si racconta che la canzone nacque alla fine degli anni 80, quando a Young e Frank Poncho Sampedro, in tournée, capitò di assistere in tv a delle dimostrazioni popolari in Cina. “Keep on rocking in the Free World” disse Sampedro e Young gli chiese se poteva farci una canzone.
Rocking in the Free World divenne senza volerlo un anthem per la caduta del Muro di Berlino e della Cortina di Ferro e poi pure un involontario inno post 11 settembre (per i versi There’s a lot of people sayin’ we’d be better off dead/ Don’t feel like Satan, but I am to them), mentre contiene due accenni ironici diretti a discorsi e slogan di Bush, quando Young canta We got a thousand points of light/ For the homeless man e We got a kinder, gentler, machine gun hand.
Un altro passo della canzone, estrapolato, venne dedicato da Michael Moore in Farenheit 9/11 a un caduto in Iraq: That’s one more kid that’ll never go to school. Never get to fall in love, never get to be cool. Originalmente i versi sono invece rivolti a un bambino abbandonato da un tossico. Rocking in the Free World è usata ancora oggi dai Pearl Jam per chiudere i concerti. Insomma: una canzone versatile, che funziona sempre (fonte: Antiwarsongs).
A margine. Questo è il pinned tweet di David Crosby, sul suo profilo Twitter.
The reason I feel I have to remove the spiteful babyman from office is simple/ I have children/ They deserve a government/ Of the people By the people/ For the people/ And clean air, clean water and a planet that still can support/ Life would be good too
Altro su Neil Young e la Ditch Trilogy in Allonsanfàn, qui
Credit: “Neil Young” by acase1968 is licensed under CC BY-NC-ND 2.0
