È finita a tarallucci e vino, com
Il tecnico non poteva rassegnare le dimissioni perché avrebbe dovuto rinunciare a 24 milioni netti. L Inter non lo poteva licenziare perché avrebbe dovuto pagare 48 milioni lordi e ingaggiare un altro allenatore. A meno di non imbarcarsi in una vertenza legale dai tempi e dall esito incerti.
E così ha prevalso la ragion di stato. Un compromesso in cui ognuno potrà dire di aver vinto, pur non affermandolo ufficialmente: la società perché può dare continuità a un progetto iniziato un anno fa. Con pochi ritocchi mirati sul mercato, l Inter può interrompere il monopolio della Juventus.
Il presidente Zhang avrà raccomandato a Conte di evitare esternazioni televisive contro la dirigenza, promettendogli in cambio di aver voce in capitolo sulla campagna acquisti.
Il tecnico pugliese, che evidentemente in queste ultime ore ha risolto i problemi familiari, potrà farla passare come la vittoria della sua linea intransigente. E magari Zhang potrebbe regalargli Leo Messi, che ha comunicato al Barcellona di volersene andare.
Escono indebolite le figure di Marotta e Ausilio, che si vedono in qualche modo ridimensionati. Il Direttore Sportivo potrebbe accasarsi alla Roma, mentre più complicato appare il futuro dell Amministratore Delegato, che guadagna due milioni più altrettanti di eventuali bonus a stagione fino al 2022. Però potrebbe anche decidere di dimettersi, magari con una robusta buonuscita, per puntare alla poltrona di presidente della Federcalcio. Insomma la sensazione è che la polvere sia stata infilata sotto al tappeto e che si tratti di una pace armata. Il rischio, per l’Inter, è che alle prime difficoltà esploda una nuova crisi a stagione in corso. Con effetti questa volta devastanti.
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Calcio con Garbo. Tra Conte e l’Inter finisce a tarallucci e vino (per ora)
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