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Allonsanfàn
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Le Giornate del Cinema Muto. Oggi in streaming Stanlio e Ollio. A Woody non fanno ridere, a Auster invece sì

È in streaming su MyMovies la 39a edizione delle Giornate del Cinema Muto. Oggi è il momento di Laurel&Hardy. Nei cortometraggi presentati dalla Lobster Films di Parigi con la Library of Congress i due attori compaiono separati: non erano ancora la celebre coppia. Ne approfittiamo per una riflessione.

Mi ha stupito leggere nell’autobiografia di Woody Allen, A proposito di niente (La Nave di Teseo) che Stan e Ollie, Stanlio e Ollio, non lo facevano ridere. Liquidati così. Punto e a capo. Dove abbiamo sbagliato tutti? Tutti?

Pensandoci bene: non ho mai pensato che Stanlio e Ollio fossero due artisti, che i loro film fossero opere d’arte o titoli da esporre e commentare nei cineclub. E nella mia testa, quando li guardavo al cinema o in TV, non ho mai almanaccato di teorie della comicità, di anarchia e di poesia, sparse via cinepresa, come mi accadeva per Buster Keaton o per il primo Chaplin – tra parentesi: Allen ama Chaplin ma non Keaton.

Questo perché, durante i film di Stanlio e Ollio, come tutti, come tutto il mondo credo, io ridevo senza tregua, senza poter pensare ad altro che a ridere; e rido tutt’ora qualsiasi cosa del Grasso e il Magro proiettino o trasmettano, e a qualsiasi ora; e basta un accenno a una loro gag oppure a una scena di un lungometraggio, per esempio a quella in cui fingono di tornare dalle Hawaii e cantano adorni di fiori Honolulu Baby, per scatenare altre risate.

Però proprio di recente ho trovato una teoria e un’interpretazione illuminante su Stanlio e Ollio tra le pagine dell’ultimo torrenziale romanzo di Paul Auster, 4 3 2 1 (Einaudi). I due di cui si discetta a livello quasi saggistico salvano addirittura dalla banalità e dal conformismo l’esistenza di Ferguson, il ragazzino protagonista. Stanlio e Ollio sono ritratti dallo scrittore americano come le due più perfette e sfigate divinità dell’adolescenza, anzi come i poetici simboli di un’eterna adolescenza tradotta in una gentile e geniale, trascinante e struggente comicità. Erano …kindred spirits forever smacked down by the world and forever standing up to try again… Grazie, Auster.

***

Copio qui un passo di 4 3 2 1 “Yes, they were ever so droll and inventive, and yes, Ferguson’s stomach sometimes ached from laughing so hard at their buffoonery, but why he found them so laughable, and why his love for them began to flower beyond all reason, had less to do with their clownish antics than their persistence, with the fact that they reminded Ferguson of himself…Laurel and Hardy’s struggles were no different than his own. They, too, blundered from one ill-conceived plan to the next, they, too, suffered through countless setbacks and frustrations, and whenever their misfortunes brought them to the snapping point, Hardy’s angers would become his angers, Laurel’s befuddlements would mirror his befuddlements, and the best thing about the botches they made for themselves was that Stan and Ollie were even more incompetent than he was, more stupid, more asinine, more helpless, and that was funny, so funny that he couldn’t stop laughing at them, even as he pitied them and embraced them as brothers, kindred spirits forever smacked down by the world and forever standing up to try again – by hatching another one of their harebrained plans, which, inevitably, would knock them to the ground once more”.

 

Credit: “Vintage Slapstick Laurel and Hardy board game. Stan and Ollie” by humberama is licensed under CC BY-NC 2.0

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