Secondo Agnes Heller, pensatrice ultimamente ritornata di moda, le due idee-guida della modernità sono la vita e la libertà. “E’ solo in un ambito di discussione pubblica che si può trovare una risposta in termini di reale libertà o di vita vera, una risposta che tenga conto e cerchi uguali opportunità di vita per tutti, o al contrario una risposta che può contraddire l’idea di una vita felice, di una vita buona”.
Vita e libertà: concetti astratti a cui il secolo scorso, quel Novecento che qualcuno definisce breve e qualcun disperatamente infinito, ha dato straordinaria concretezza. Un “pendolo dialettico” che oggi si ripresenta con puntualità: “Se vogliamo contenere il virus, dobbiamo cedere quote di libertà” afferma Massimo Giannini, direttore de “La Stampa”, testimoniando la sua esperienza di malato di Covid ricoverato in ospedale da due settimane dopo essere stato per cinque giorni in terapia intensiva.
Secondo Hegel la libertà è il misuratore del progresso: nel mondo antico solo una persona è libera, in quello moderno lo sono tutti; in tal modo la libertà, valore qualitativo, viene messa in relazione con la quantità ed esprime lo stato della modernità. Anche l’idea di vita ha subito nel corso del tempo enormi variazioni: qual era il valore di un bambino (una donna, uno schiavo, un uomo libero) in età romana, nel Medioevo, oggi? E qual è il valore attribuito oggi alla vita a Visby, a Kalabankoro, piuttosto che a Chengdu?
Oggi i sostenitori del “liberi tutti”, nessun limite a nessuna delle libertà, sono i neo-nazionalisti (definirli “sovranisti” è un riguardo che non meritano) e gli amanti dei regimi così detti “forti”. Proprio quei regimi che non dovendo dar conto a nessuna opinione pubblica o società civile che dir si voglia, agiscono con determinazione assoluta nei confronti di ogni forma di libertà e, forti di un enorme consenso popolare, chiudono e aprono città, tamponano milioni di abitanti nell’arco di pochi giorni. E, involontaria comicità della storia che sarebbe piaciuta pure al buon vecchio Hegel, hanno la faccia di proporsi come modello al mondo.
Come andrà a finire? Reggerà la vecchia, ansimante democrazia occidentale, l’idea-valore che, insieme a libertà/vita, ha segnato gli ultimi duecento anni della nostra storia? Non disponendo di sfere di cristallo e neppure di lardo come quella che Gianni Mura usava per profetare il campionato di calcio, mi tengo strette due solide certezze. La prima: nell’attesa del vaccino cerchiamo di non fare troppe cazzate; la seconda: il morbo non ci renderà migliori né peggiori di quanto siamo.
Nella foto, un cittadino di Wuhan (credit: “Wuhan / 武汉 | by the Yangtze / 长江边” by toehk is licensed under CC BY-SA 2.0)