UN BLOG
IN FORMA DI MAGAZINE
E VICEVERSA

Allonsanfàn
{{post_author}}

(S)visto per voi. Che peccato, La regina degli scacchi è già finita alla prima puntata

Una serie che finisce col primo episodio, non era mai successo. Ma era così graziosa e stupidamente intelligente (tutto l’opposto degli “svegli” o dei resilienti ricercati dalle corporation: i soliti paraculi con la lingua lunga da opportunisti, più bravi a incassare le botte che a schivarle) la bimba che interpretava la protagonista negli anni dell’orfanotrofio, mentre apprendeva l’arte del gioco degli scacchi, per imitazione studio e pillole dopanti, più Gian Burrasca meno Pippi Calzelunghe, scoprendo le possibilità della mente senza essere mai entrata nella libreria di Ferlinghetti, con l’aiuto di un bidello a cui piacciono le ragazzine come a Bukowski, che si resta proprio come quest’ultimo, interdetti, nel vederla svanire, lui perché viene adottata, noi perché si trasforma con uguale pettina nella sua caricatura adolescente, destinata, scommettiamo?, a fare la scimmietta geniale nel mondo ipocrita degli adulti.

Tanto a scacchi il tempo lo perdono solo dei prodigiosi idioti, infatti è l’unico gioco dove i computer ormai si sfidano tra loro dimostrandosi paradossalmente più creativi, sperimentali, coraggiosi e maverick degli umani: qualcosa di molto simile agli dèi.

  • Per altri (s)visti di Gabriele Nava, qui.

 

I social: