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Su Netflix, The Dig – La nave sepolta di Simon Stone. Alla scoperta di noi stessi, come a teatro

Della nostalgia delle sale cinematografiche, propizie ai sogni e al bel cinema, sappiamo già tanto, ma bisognerebbe iniziare con il dire che questo film fa sentire vivida anche la mancanza delle voci più limpide che mai, dei decori spostati e rimessi a posto al momento stesso dello svolgimento della scena, di tutto ciò che fa del teatro quella meravigliosa messa in scena dei costumi umani più veri.

Di sicuro c’è che di Simon Stone, regista del nuovo film The Dig – La nave sepolta, sentiremo parlare ancora, e di sicuro c’è pure che, per i frequentatori di velluti teatrali, quelli rossi un po’ usati e sempre magici, questo di Stone non è un nome nuovo.

Figlio del mondo, nato in Svizzera da genitori australiani, ha vissuto in Australia per poi passare a Cambridge a studiare e poi sbarcare in Europa, ad Amsterdam, a Basilea, a Parigi, con una piccola tappa in teatro anche in Italia. Simon Stone è un regista, drammaturgo, realizzatore teatrale e cinematografico, di 36 anni.

Nel luglio del 2017 crea con i commedianti del Toneelgroep Amsterdam un pezzo teatrale intitolato Ibsen huis (La casa di Ibsen), ispirandosi all’opera del drammaturgo norvegese del XIX secolo, Henrik Johan Ibsen.

Ottiene un gran successo al festival di Avignone di quell’anno. Da lì sarà al Teatro Odeon e all’Opera di Parigi così come al Teatro Stabile di Torino (riproponendo Les trois soeurs – Le tre Sorelle, tratto dalla pièce di Čechov già messa in scena a Parigi), e ancora a Monaco di Baviera, Vienna e Basilea.

Le tre sorelle, messa in scena di Simon Stone, Teatro Carignano di Torino, 23-26 gennaio 2018

Ora è uscito su Netflix il suo secondo lungometraggio, The Dig – La nave sepolta, girato in Inghilterra, con Ralph Fiennes (Schindler’s List, Il paziente Inglese, Grand Budapest Hotel) e Carey Mulligan (Orgoglio e pregiudizio, Nemico pubblico, Drive, Il Grande Gatsby) come attori principali.

E bene, lo stampo teatrale, quello che sa di legno scricchiolante e di tante ore di prove, c’è tutto. Questo ragazzo di 36 anni è cresciuto leggendo le opere dei drammaturghi più celebri della storia, portando in Australia anche le tragedie della Grecia classica, e già nel primo lungometraggio, The Daughter, uscito nel 2015, esprimeva il suo interesse per il cinema che diventa teatro, o almeno ne prende in prestito gli intenti.

Per Stone infatti il teatro, a partire dallo stesso Čechov, deve raccontare la vita normale. Questa volta complica l’altalena interpretativa, passando dall’investigazione già non semplice del “teatro-cinema”, a quella strana giostra del “cinema-fotografia” (Antonioni e Wenders ci insegnano): nel film, un ragazzo si fa fotografo del film, e registra all’istante su pellicola le scene della scoperta della nave sepolta.

C’è tanto colore in The Dig, che sia l’acqua del mare o il cielo stranamente azzurro dell’Inghilterra sempre un po’ grigia, o la terra marrone. L’allegoria teatrale, l’occupazione dello spazio della scena, l’uso simbolico degli oggetti, deliziano gli occhi e la mente.

To dig in inglese significa scavare, ma che c’entra la nave? Sepolta poi?

Scavare la terra come scavare il passato o scavare dentro se stessi, che bel lavoro quello dell’archeologo.

Mr Brown (signor Marrone, come la terra?), personaggio principale interpretato da Fiennes fa proprio l’archeologo ed è assunto dalla protagonista Mrs Pretty (sì, molto carina), che è la Mulligan. Scavare la terra, cercare, esplorare, osservare, investigare. Il protagonista ama farsi chiamare excavator, più che archeologist.

La curiosità umana è l’oggetto del film. Che bella cosa, e pericolosa, a volte si scoprono oggetti imprevisti. Una nave antica sottoterra, per esempio. Un gigantesco altorilievo sul profilo terrestre, una scultura in negativo che sarà il centro del film, per poi diventare solo un pretesto per spiegare, con semplicità, lo scivolare nel tempo delle passioni umane, l’attrazione quasi ludica per un ritrovamento, attorno al quale le peculiarità umane dei personaggi si sveleranno, apparendo e poi uscendo di scena, come succede sempre.

 

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