Diciamo subito che la serie di Totti è la serie A e non la serie tv, glielo ho pure detto a Carlo che abbiamo pianto insieme la sera che il Capitano ha detto basta, che lui la voleva anche vedere ma poi a me m’hanno telefonato e Carlo dopo i primi cinque minuti m’ha detto “Speravo de morì prima”, infatti poi gli ho chiesto se era davvero così brutta. Poi però quando m’ha detto che c’era pure Castellitto, che è un attore che io amo, anche se non piangerò quando smette di fare l’attore, mi sono seduto e l’ho seguita.
All’inizio non capivo perché era vestito da prete, anche se ho pensato che una volta in tutti gli oratori c’era il campo di calcio, ma quando ero giovane io non quando era giovane Totti. Quando però ha benedetto la madre, che con tutto il rispetto per il Capitano mi era sembrata un po’ agiografica come ricostruzione pure se era fiction, ho capito che Carlo nel frattempo aveva messo una replica di Don Milani con Castellitto e me la sono gustata, come dicevo Castellitto è bravissimo. “Guarda che è er padre”, mi ha detto Carlo. “Il padre di Totti?”, ho chiesto smarrito, “Ma no, er padre de Castellitto, quello che fa Totti”. Mica ho capito bene, ma il calcio è un bellissimo sport e l’importante è che vinca il migliore, che infatti correva troppo veloce per uno di quasi settant’anni.
Ma più che un prete ci vorrebbe l’esorcista per parlare del rapporto tra Totti e Spalletti. Carlo è categorico: qui se non sei figlio di qualcuno non vai da nessuna parte. Perché Carlo è diventato un po’ populista ma siccome è il meglio amico mio non lo prendo di petto, cerco di smussare. “Ma guarda che né Totti né Spalletti vengono da famiglie importanti”, gli ho fatto presente. “Ma no, Totti lo fa il figlio di Castellitto e Spalletti lo fa il figlio di Tognazzi”. Aveva ragione, abbiamo controllato anche su Wikipedia. “E poi ormai senza raccomandazione non vai da nessuna parte”, ha concluso indignato. Insomma, la faccio breve, secondo Carlo quella che fa Ilary è stata spinta da Montalbano, perché ci scopa insieme in un’altra serie. Ho fatto caso che ormai il sospetto e il complotto guidano le nostre vite e anche molti tifosi da tempo non credono più alla genuinità dei risultati. “Tanto è una dramedy”, ha chiosato l’amico mio, caricando di così arcani significati la parola da farla diventare di argatti significati.
Qui devo essere un po’ scorretto di bocca, perché non si dice che uno è un pelato infame anche se è pelato e anche se è infame, comunque lo poteva interpretare pure Matthew McConaughey ma sempre Spalletti era. Ma non vorrei che questa considerazione facesse pensare che la mia recensione della serie sia di parte, pensa che ho addirittura un amico che è pelato infame e quando viene a casa mangia con noi. Perchè lì la buttano a ridere, in caciara, l’allenatore sembra avere ragione a tenere fuori il Capitano, almeno così m’ha detto Carlo, ma noi abbiamo sofferto per un anno e il Capitano di più, con quello che lo prendeva in giro citando Pelè che lo aveva definito il miglior giocatore al mondo ma a lui nessuno, neanche Carlos Henrique Raposo detto Kaiser (e qui va fatta la pausa google con caffè e sigaretta) lo definirà mai il miglior allenatore al mondo. Che poi questo fatto che nelle fiction finisce sempre tutto a tarallucci e vino non mi ha mai convinto, a meno che nell’ultima puntata non gli ricrescono i capelli.
Comunque alla fine spero che non gli fanno la statua a Totti, che poi arrivano quelli della cancel culture tra venti anni e la buttano giù dicendo di quella volta che il Capitano in Nazionale sputò a Poelsen, senza contestualizzare ricordando che quando lo fece mica c’era il Covid e inoltre l’equivoco era stato che il Trap gli aveva chiesto un gioco fluido. Ecco, magari dopo questa fiction cominciano a capire lo sport pure quelli della cancel culture, che l’importante è partecipare, tanto è soltanto un gioco, oggi Montanelli domani Totti, e poi comunque se vuoi correre corri quando la polizia t’insegue, che sempre sport è. In conclusione è una serie assolutamente da vedere. Io da quando ho preso il telecomando in mano a quando l’ho posato non ho mai smesso di ridere. Un giorno dovrò vederla.
Nella foto grande, il Totti-Castellitto di Sky, una storia in 6 episodi