Forse è la notizia che 2.4.7. Film sta preparando una serie tv da L’anomalia di Hervé Le Tellier che mi induce a fermarmi al bordo di pagina 150.
Oppure – escludendo la comoda fruizione che si prospetta a breve – sono semplicemente deluso e annoiato dalla prima dozzina di capitoli: una salva di incipit, con personaggi differenti e (probabilmente si vorrebbe) differenti atmosfere, dall’hard boiled alla spy-story, dal racconto sentimentale al meta-romanzo, in ciascuno dei quali compare un accenno o un po’ di più a un volo tra Parigi e New York disturbato da una violenta perturbazione.
Fatto sta che ora soppeso dubbioso il molto atteso libro di Le Tellier, premio Goncourt 2020 e caso letterario in Francia – ci sono 34 traduzioni in corso – tra l’altro opera di uno scrittore che dovrebbe saperla lunga in scaltri affari letterari e illusionismi cartacei essendo il presidente in carica dell’Oulipo – ossia l’Ouvroir de Littérature Potentielle, legata a un’idea di scrittura come gioco e artificio, spesso soggetta a restrizioni che esaltano il virtuosismo del solista.
All’assaggio – sono in panne circa a metà del romanzo – L’anomalia mi è parso a tratti simile nella scrittura elementare e nella semplicistica stramberia degli accadimenti preparatori alla Grande Sorpresa – attenti allo spoiler: tutti i personaggi si troveranno a fare i conti con i loro duplicati, duplicatisi misteriosamente proprio per via della perturbazione sul volo di cui sopra – L’anomalia, dicevo, mi è sembrata accostabile formalmente più ai giallacci scombinati senza corpo né anima di Joël Dicker – e infatti questi fa i complimenti nei soliti blurb – che a un intarsio della vita con annesso bizzarro mode d’emploi di Georges Perec o agli stop and go compulsivi del citatissimo dalla critica Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino (che per Le Tellier diventa a pag. 356 Se una notte d’inverno 243 viaggiatori).
Prendo altro tempo prima di ripartire o abbandonare e leggo un’Ansa che riporta un’agudeza di Le Tellier – “Non amo particolarmente la parola destino. È soltanto un bersaglio disegnato, un secondo dopo, nel punto in cui si è conficcata la freccia” – la quale è stretta parente dell’infornata di aforismi nichilistici di un personaggio-scrittore, quel Victør Miesel dalla ø civettuola che conosciamo brevemente nelle prime pagine del romanzo. Miesel si suicida subito dopo aver mandato all’editore un testo intitolato – indovinate? – L’anomalia – oh l’Oulipo! – il quale si rivela un best seller oltre che uno dei collanti del pastiche (detto in senso tecnico) di Le Tellier, munito per soprammercato di abusata frasetta tolstoiana ironicamente deformata: “Tutti i voli tranquilli si somigliano. Ogni volo turbolento lo è a modo suo”.
Ecco: non posso dir male di un libro che non ho finito di leggere bene, provo però proficuamente a darvi un’idea del proseguio del romanzo citando di nuovo il dispaccio Ansa e aggiungendo per conto mio che a una pletora di personaggi dallo spessore di fumetto shakerati nelle pagine alla velocità di una comica finale avrei preferito la compagnia di pochi caratteri ben delineati, con cui dividere il senso di casualità e di enigma che accomuna le nostre vite.
Spoiler dall’Ansa: “Ne L’anomalia la letteratura sfida la logica… Nel marzo 2021 un Boeing 787, in volo da Parigi a New York, è colpito da una turbolenza prima di atterrare. Tre mesi dopo lo stesso aereo, con gli stessi passeggeri… ricontatta i controllori di volo dell’aeroporto Jfk. Cia e Fbi scatenano una caccia all’uomo per rintracciare i misteriosi doppi di tutte le persone a bordo. Ma durante quei tre mesi, le vite di alcuni di loro sono cambiate per sempre…”.
La seconda e la terza parte del libro – che infine ho scorso velocemente – sono fatte di interrogatori, di riflessioni e azioni, che si vorrebbero di divertita vertigine su ciò che è, che può essere, che sarà davvero oppure no, con un bel rinforzo di citazioni, oltre che dal nostro petulante Victør Miesel, da Dune e L’Ecclesiaste, da Star Trek e Arthur C. Clarke, da Mickey Mouse e Mickey Spillane… Boh. Ditemi voi.
IL LIBRO Hervé Le Tellier, L’anomalia, traduzione Anna D’Elia, La Nave di Teseo