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Nino Haratischwili, L’ottava vita (per Brilka): una saga georgiana lunga tutto il Novecento

È un buon affare conoscere Nino Haratischwili, nata a Tbilisi in Georgia nel 1983, ma residente in Germania, dove è una pluripremiata regista e autrice per il teatro: ha costruito infatti con L’ottava vita (per Brilka), edito da Marsilio, un romanzo monumentale e insieme mozzafiato, che ambisce alla dimensione del classico.

Monumentale, dicevamo. Le parole sono i mattoni, il cemento è la Storia con la s maiuscola, l’idea architettonica viene fornita dalla Georgia stessa, Paese affascinante e per molti versi sconosciuto.

Haratischwili ha chiamato a sé le maestranze della narrativa e le ha dirette senza sosta pagina dopo pagina, ben oltre quota mille.

Ma facciamoci un’idea della trama: tutto ha inizio dal Fabbricante di cioccolato, capostipite dell’indomita e inquieta stirpe degli Jashi, per sempre in conflitto con la vita e in specie con il destino. Un destino che sembra ripetersi di generazione in generazione, anche per colpa di una segreta ricetta di famiglia, custodita gelosamente: permette di preparare una cioccolata in grado di alleviare sofferenze e patimenti ma che nasconde una maledizione senza perdono, il prezzo dell’assaggio.

In questa complessa saga familiare si intrecciano sette vite, tante quanti sono i capitoli che percorrono un secolo di storia e di politica georgiana ma non solo.

Sono il filo rosso, queste vite, che corre attraverso il Novecento in un racconto generoso di particolari e privo di sconti, mentre si consuma la fine degli Zar e ci passano davanti il regime di Stalin e del suo braccio destro Lavrentij Berija, la Seconda Guerra Mondiale e la pace, e poi Chruščëv e la Primavera di Praga, la Perestrojka di Gorbačëv e la caduta del muro di Berlino.

La famiglia Jashi prende a morsi la vita sopravvivendo a tragedie indicibili, amori meledetti, persecuzioni e conflitti.

Conosceremo Stasia che per sempre si cullerà nei suoi sogni perduti – diventare una ballerina – e nell’idea di un matrimonio romantico che si rivelerà invece una lunga assenza; i suoi figli, Kostja e Kitty, la cui storia occupa la parte centrale del libro; la loro bellissima zia Christine costretta a un amore terribile; Elene, figlia di Kostja che diventerà madre di Daria e Niza, voce narrante del romanzo.

Niza scrive da Berlino rivolgendosi all’ultima discendente, Brilka (è lei l’ottava vita del titolo), desidera raccontarle da dove arriva e farle conoscere chi l’ha preceduta: saprà questa ragazzina che si affaccia al mondo spezzare la maledizione e scrivere la sua storia? Sarà lei la bambina magica?

Vivi tutte le guerre. Supera tutti i confini. Io ti dedico tutti gli dei e tutti i rosari, tutti i roghi, tutte le speranze decapitate, tutte le storie. Passaci attraverso. Perché hai i mezzi per farlo Brilka. L’otto, pensaci. In questo numero tutti noi saremo legati l’uno all’altro e potremo stare in ascolto l’uno dell’altro, per tutti i secoli”.

Ecco 1129 pagine da leggere avidamente e per le quali sarà impossibile rimanere distaccati. Avviso: abbandonate subito l’idea di mantenere la distanza e lasciatevi traspostare con fiducia in questo susseguirsi di magnificenza e di terrore. Ne vale la pena.

Nino Haratischwili, che è stata ospite a Festivaletteratura 2020, ha detto: “la Georgia è la terrazza dell’Europa”. Ed è infatti come se fossimo lì con lei su quella terrazza ad ammirare dall’alto un Paese dalla bellezza lirica e feroce, ingiustamente dimenticato.

IL LIBRO Nino Haratischwili, L’ottava vita (per Brilka), traduzione di Giovanna Agabio, Marsilio

 

Credit: “File:Haratischwili ©G2 Baraniak.jpg” byJulietschka Art is licensed under CC BY-SA 4.0

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