Le opere si snodano lungo il perimetro della sala centrale di Palazzo Beltrami, che qualcuno forse ricorderà sparsa di sportelli quando era la Banca Commerciale Italiana.
Painting is back. Anni Ottanta, la pittura in Italia (curata da Luca Massimo Barbero, alle Gallerie d’Italia in Piazza della Scala a Milano, museo di IntesaSanPaolo, fino al 3 ottobre, catalogo Skira) offre un viaggio nell’arte italiana di quegli anni Ottanta che aprono le porte al dilagare delle libertà conquistate negli anni Settanta e all’ottimismo, figlio dello sviluppo economico. Torna la voglia di dipingere, di fare il mestiere con il pennello, la tela, i colori e le forme.
Un mestiere che si allontana dall’arte concettuale degli anni precedenti, dalle linee che indagavano le forme e ne rivelavano il significato per sottrazione, per rappresentarne l’essenza con pochi segni. Ai valori puramente mentali del concettualismo, negli anni Ottanta gli artisti contrappongono una pittura figurativa, dove spesso la forma si riconosce anche quando è interpretata con un’astrazione lirica.
Il nuovo delle Avanguardie era un’ideologia. Il nuovo della Transavanguardia è il mestiere. In una delle prime stanze, Francesco Clemente in Senza titolo rappresenta il mondo interiore con passioni e sogni trattenuti in un immaginario diviso dalla realtà, per nulla in conflitto con essa e vivo in superficie.
A ognuno il compito di interpretarlo.
All’ingresso, Painting is back propone Le Stimmate di Enzo Cucchi e lo sguardo è catapultato in un mondo di colore e di felicità.
È un quadro che racchiude molte caratteristiche dell’arte di quegli anni, ricco com’è di energia e con un colore terroso che rimanda ai luoghi marchigiani, al paese natale di Cucchi che, come tutto il gruppo raccolto attorno ad Achille Bonito Oliva, esprime una forte emozione verso il proprio territorio. La provincia riacquista un ruolo alle soglie del mondo globalizzato. L’artista percorre il suo tragitto quasi come un acrobata, con la via che si fa sempre più sottile e un gallo, simbolo di rinascita, in braccio. In alto, dietro i monti con le punte aguzze, forse un ricordo dell’espressionismo tedesco, il viandante solleva la mano, allusione al mestiere accennato sopra e al sacrificio di Dio. Un’ascesa del colore dove l’immaginazione dell’artista pone la vita accanto alla morte in un cammino verso l’alto e verso l’immaterialità. Tuttavia, come in tanta pittura a lui contemporanea, anche Cucchi cerca di bloccare l’istante, illudendosi così di allontanare la morte, mentre il volto dell’artista sulla tela è un autoritratto, come di frequente accade nelle opere di questi pittori.
È una mostra sugli anni Ottanta, su un’arte dalle grandi dimensioni e dalla potenza del colore, e in questo ambito risiedono i giovani artisti proposti da Achille Bonito Oliva, che conia il termine Transavanguardia: Francesco Clemente, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino ottengono una visibilità da protagonisti in Europa e sul mercato americano. Nati in provincia ma viaggiatori nel mondo, con un amore soprattutto per il Nord Africa e per l’India, da quelle terre trasferiscono sulla tela colori ed espressioni.
Danno forme tradizionali a modi e simboli della propria epoca. Ispirandosi alla pubblicità creano opere immense su materiali anche alternativi alla tela. Una risposta alle esigenze delle nuove imprese che vogliono quadri alle pareti e li vogliono grandi.
Painting is back spinge a tuffarsi nel colore che denso di materia o acrilico piatto e uniforme suggerisce un sorriso.
Camminando piano attraverso le sale si scoprono opere come Pieno di stelle di Mimmo Paladino, dove un animale riconoscibile è perso in una natura di colore blu e verde a ricordare che è reale quello che lo sguardo cattura di ciò che lo circonda, e non la cosa in sé. Si riconosce un’allusione a Gauguin nell’opera di Sandro Chia Leave the Artist Alone. E poi il ricordo dei Fauve e i segni dell’arte di Schifano, per altro presente in mostra.
E la Sicilia trasfigurata e bloccata in un’atmosfera surreale in Paesaggio con rovine di Salvo (Salvatore Mangione) ci riporta a De Chirico. La storia qui pare risolversi tutta in un istante, pronta a porre un freno al divenire.
Ma nella sala centrale che ospita la mostra, su una pedana fatta di piccole piastrelle come il fondo di una piscina, lo spettatore diventa parte di un racconto. L’installazione di Studio Azzurro, ispirata a un’opera di Heinrich Böll, si presenta con una serie di tubi a raggi catodici (qualcuno li chiamerebbe vecchie tv) dove scorre la figura di un nuotatore, il cui movimento ripetuto e incessante, sempre uguale e per nulla turbato dai cento microeventi che si verificano, ricorda il tempo che, a dispetto di tutto, continua a scorrere indifferente.
La mostra. Painting is back. Anni Ottanta, la pittura in Italia, fino al 3 ottobre alle Gallerie d’Italia – Piazza della Scala, Milano. Orari e modalità di visita in sicurezza sul sito www.gallerieditalia.com o telefonando al numero verde 800.167619.