Quante se ne sentono dire sulla credibilità dei provvedimenti antipandemia da Covid (a cominciare dai vaccini) e sul disastro climatico che si sta profilando in seguito all’innalzamento della temperatura già in fieri! Eppure basterebbe poco per avvalorare i dati già in nostro possesso perché le ricerche ci sono, condotte su basi scientifiche fino al terzo stadio come previsto dai protocolli e come indicato dalle più qualificate agenzie dell’Occidente: l’EMA nella UE e la FDA negli USA. Certo la ricerca non è mai ferma, ma gli effetti positivi della campagna vaccinale, intanto, si vedono laddove è stata possibile.
Di recente, precisamente il 9 agosto, è stato anche reso noto l’IPCC (Intergovernmental Panel On Climate Change) definito dal Segretario Generale dell’ONU António Guterres “un codice rosso per l’umanità”. Anche qui qualcosa si può ancora fare, ma non vi parrebbe insensato non seguire le direttive che provengono dalla istituzione più alta del pianeta su indicazione di un pool di 200 scienziati di tutto il mondo che hanno lavorato al più completo rapporto mai pubblicato sul clima?
E pensare che c’è ancora chi non vuol capire l’importanza di certe cose. Già! Ma che credito potrà dare alla scienza chi scambia un grande risultato (come i vaccini per la pandemia) per un attentato alle libertà? Si battessero, semmai, per la liberalizzazione dei brevetti, per fornire a quei Paesi che non ne dispongono mezzi e attrezzature con cui possano produrli, per fare arrivare i vaccini dove sono più poveri, per togliere dalle mani di Big Pharma incredibili guadagni sulla pelle della povera gente.
Gli stati, specialmente i più ricchi, dovrebbero farsene carico: delle spese per la ricerca, per gli studi, per la diffusione dei risultati e la loro applicazione. Non ce l’avete anche voi il dubbio che coloro che non valorizzano il ruolo della scienza (la quale può fare molto anche passando dalla ricerca pura alla sperimentazione con i dovuti controlli delle agenzie preposte) non abbiano nulla di liberale, ma siano niente più e niente meno che i soliti vecchi oscurantisti?
Che differenza c’è con coloro che si lamentano perché le stagioni non sono più quelle di una volta e, intanto, continuano a fare i soliti affari di sempre per non investire sull’ambiente nel loro stesso interesse? Che non capiscono l’importanza di perseguire un interesse generale che si pone a servizio dell’intera umanità con il contributo dei governi, delle imprese, ma anche delle singole persone e per la crescita di un’educazione più civile e responsabile?
Non di questo modello di globalizzazione, voglio dire, avremmo bisogno: un modello che accentua le differenze fra ricchi e poveri, che non apprezza e diffonde risultati della scienza che sono ormai imprescindibili e talvolta ineludibili. Troppi ancora non riescono a porre al centro della loro attenzione l’ambiente e la salute perché, in fondo, non hanno un’idea delle libertà che diversi imbecilli sbandierano ogni giorno e a sproposito.
Credit: Hard Rain’s Gonna Fall by Liamfm licensed under CC BY-SA 2.0