UN BLOG
IN FORMA DI MAGAZINE
E VICEVERSA

Allonsanfàn
{{post_author}}

…e la Terra prese fuoco. Il film del ’61 che racconta l’allarme rosso sul clima di oggi

Premessa. Adoro i film apocalittici, quelli dove il mondo si trasforma in un immenso surgelato, oppure è invaso da extraterrestri che assomigliano ai draghi delle favole, oppure è colpito da asteroidi che nessun scienziato riuscirà mai a deviare. Sono storie che hanno un qualcosa di catartico, le guardo e penso: tranquilla Monica, non succederà mai, che sollievo, che fortuna.

In un pomeriggio torrido di questi, 36 gradi a Milano, 49 al Sud (mai prima d’ora, almeno credo, e non è – purtroppo – un caso), su Amazon Prime Video mi sono imbattuta in un film del 1961. Il trailer (che potete vedere qui in lingua originale ma su Prime il film è in italiano) mi ha però lasciata sconcertata: il cielo con cui si apre è rosso come quelli della Sardegna e della Sicilia divorate di questi tempi dal fuoco.

Colpita dall’analogia, mi sono messa a guardarlo. Si intitola …e la Terra prese fuoco, è diretto da Val Guest, mette insieme cataclismi e giornalisti, e racconta come il cronista e il corrispondente scientifico di un grande quotidiano londinese cerchino le cause di un aumento elevatissimo della temperatura in tutti i Paesi del mondo. Secondo alcune fonti è dovuto a esperimenti nucleari compiuti dagli americani al polo Sud, secondo altre da quelli dei russi al polo Nord…

Una storia che va così eppure, in quel film girato 60 anni fa, c’è qualcosa di molto attuale. Anzi, di tremendamente attuale.

Il 9 agosto è uscito il sesto rapporto dell’Ipcc (l’Intergovernmental Panel on climate change dell’Onu, il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici) a cui hanno lavorato 234 scienziati di 195 Paesi. È stato pubblicato mentre nel mondo i disastri ambientali si stanno facendo sempre più numerosi. Le inondazioni in Germania e Cina, per esempio, ma anche in Italia. Gli incendi nelle nostre isole, in Europa, in Algeria, nel nord America…

alluvione como
La devastazione a Como provocata dall’alluvione @RobertoPorta

Io ho letto la sintesi pubblicata dal Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr).

Vi riporto alcuni passi, drammaticamente somiglianti alla trama di uno di quei film da fine del mondo.

«Tutti i più importanti indicatori delle componenti del sistema climatico (atmosfera, oceani, ghiacci) stanno cambiando a una velocità mai osservata negli ultimi secoli e millenni.

La concentrazione dei principali gas serra è oggi la più elevata degli ultimi 800.000 anni.

Nel corso degli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta a una velocità che non ha uguali negli ultimi 2.000 anni.

Nell’ultimo decennio l’estensione dei ghiacci dell’Artico durante l’estate è stata la più bassa degli ultimi 1.000 anni e la riduzione dell’estensione dei ghiacciai terrestri non ha precedenti negli ultimi 2.000 anni.

L’aumento medio del livello del mare è cresciuto a una velocità mai prima sperimentata, almeno negli ultimi 3.000 anni e l’acidificazione delle acque dei mari sta procedendo a una velocità mai vista in precedenza, almeno negli ultimi 26.000 anni».

Credo ci sia poco da aggiungere. Gli scenari per il futuro (reale) sono molto più inquietanti di quelli (fantastici) che film del secolo scorso raccontavano per divertirci facendoci paura.

È l’emergenza delle emergenze, quella che – come ci ha ricordato qui – su Allonsanfàn – Fabio Baldassarri, il segretario generale dell’Onu António Guterres ha definito “un codice rosso per l’umanità”.

E se …e la Terra prese fuoco lascia, nel suo finale, aperta la possibilità di un lieto fine (forse, chissà), il rapporto dell’Ipcc lancia l’allarme più grave: «Il peggio deve ancora venire e a pagarne il prezzo saranno i nostri figli e nipoti, più che noi stessi».

La responsabilità? I cambiamenti climatici alla base di fenomeni meteorologici disastrosi sono inequivocabilmente dovuti alle attività umane, e se non si interverrà tempestivamente per ridurre le emissioni inquinanti, non potranno che peggiorare.

La ricetta? Dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e portarle a uno zero netto entro il 2050.

«Molte delle variazioni già osservate nel sistema climatico» si legge nel rapporto «fra cui l’aumento della frequenza e dell’intensità degli estremi di temperatura, le ondate di calore, le forti precipitazioni, la siccità, la perdita di ghiaccio marino artico, diventeranno più intense al crescere del riscaldamento globale».

Dice Claudia Tebaldi, coautrice del rapporto dell’Ipcc e ricercatrice del Pacific Northwest National Lab: «Il cambiamento climatico non riguarda più soltanto il povero orso polare sul ghiaccio che si scioglie o le isolette del Pacifico che finiscono sott’acqua. Riguarda la nostra vita. Se fermiamo o almeno limitiamo il riscaldamento globale, le ondate di calore o le inondazioni potrebbero essere mitigate. Ma per eventi come lo scioglimento dei ghiacci o l’innalzamento dei mari dovremo aspettare diversi decenni».

Ecco, senza voler parafrasare i film catastrofici, mi auguro che per il pianeta e per l’uomo non sia troppo tardi.

Foto in apertura: una scena del film …e la Terra prese fuoco

I social: