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Allonsanfàn
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Il Moby Dick di Welles al Teatro dell’Elfo da gennaio. Ecco il video delle prove

Orson Welles incontrò almeno tre volte la Balena Bianca nella sua vita d’interprete e di regista. Nel senso che per lui fu un film incompiuto, girato nel 1971. Un altro film incompleto (oggi perso) del 1955 realizzato attorno al dramma Moby Dick – Rehearsed. Infine, il classico del 1956, con Gregory Peck-Ahab, in cui recitò in un ruolo secondario (Padre Mapple).

Moby Dick – Rehearsed è il Moby Dick su cui ha lavorato Elio De Capitani con una ciurma di teatranti sballottati dai flutti del Covid. E il video di Cantiere Moby Dick arriva sui nostri pc da un mondo vicino/lontano, ricostruendo le tappe di un allestimento che si è svolto da novembre 2020 a gennaio 2021. Non si tratta soltanto di una storia di balenieri, ma di una storia nella storia: quella di una compagnia teatrale che sta per mettere in scena il Re Lear di Shakespeare, non fosse che il suo impresario (Welles ai tempi, armato di sigaro) ha l’idea di usare le pause per abbozzare un adattamento del classico di Melville. Le riprese della pièce, che non soddisfarono il regista vennero occultate e quindi perse per sempre nell’incendio della casa di Madrid di Welles.

Moby Dick alla prova sbarca sulle scene italiane per la prima volta, l’11 gennaio, prodotto dal Teatro dell’Elfo e dal Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, e il sito dell’Elfo ne offre gratuitamente il video del making of. Le riprese di Cantiere Moby Dick sono di Tommaso Merighi e Alberto Sansone, che firma anche il montaggio. Tra troni (per Ahab) ricavati da sedie di barbiere anni Quaranta, vecchi tavoli da veterinario, maschere assai più espressive delle nostre ormai abituali mascherine, pelli di balena dipinte in stile espressionismo astratto, si svolge (secondo gli autori) “un docu che ripercorre il lavoro di scenografi, sarte, macchinisti, elettricisti, fonici, musicisti e di una compagnia di dieci straordinari interpreti. Il punto di vista di ciascuno di loro, le immagine riprese nei laboratori di scenografia e sartoria, quelle delle prove a tavolino e su palco”. È una buona preparazione a un testo che prima di tutto farà riconsiderare la diatriba su Moby Dick – tra l’altro di recente ritradotto per Einaudi da Ottavio Fatica – capolavoro assoluto o noia fatta romanzo/saggio di creature marine – ricordate il Woody Allen di Zelig, che si ammalò perché non riusciva ad ammettere di non averlo letto? Appuntamento (finalmente) in sala.

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