UN BLOG
IN FORMA DI MAGAZINE
E VICEVERSA

Allonsanfàn
{{post_author}}

La semplicità di Maid e le canzoni cool di Sharon Van Etten

Per arrivare prima al cuore di Maid, miniserie in 10 episodi di Netflix, si può passare per le sofisticate canzoni di Sharon Van Etten (New Jersey, 1981): nella serie se ne ascoltano ben cinque, anche se non a caso l’attenzione cade su Every Time the Sun Comes Up dall’album Are We There (2014). “Ogni volta che si alza il sole, sono nei guai”.

Sharon Van Etten

Forse quello che passa in Maid di Sharon Van Etten è il tono delle canzoni, molte delle quali sono “di formazione” o “di passaggio”: una mescolanza di coolness, sincerità e stupore, di brusca semplicità che può persino passare per noncurante superficialità. “Downtown hot spots/ Halfway through this life/ I used to feel free/ Was it just a dream?”, canta in Seventeen (Remind Me Tomorrow, 2019) dove, per una volta, la grazia scontrosa della songwriter si scioglie in un anthem generazionale.

Ed ecco, introdotta da queste note musicali, Alex, la ventenne protagonista di Maid, che sta in una casa mobile nel primo episodio, ed è emotivamente abusata da un coetaneo troppo spesso ubriaco; Alex che ha una figlia, Maddy, di due anni, la quale è e resta la priorità non discutibile della sua vita, e infatti è con Maddy che Alex divide il suo giro tra libertà e disperazione nelle case rifugio, i ritorni al palo e le fughe in avanti, i crudeli contrattempi e le trappole burocratiche, la cronica mancanza di denaro che le fa sfiorare, mentre pulisce le case degli altri, la condizione di homeless.

Spiegava Sharon Van Etten nel dicembre 2018 a Uncut: “I’m still writing heavy songs! But they’re not coming from a place of unhappiness. Maybe unease or insecurity – but not about my life, more about the world. Like, ‘How I’m gonna raise a child in a positive way with all the things that are going on?’”.

Forse è quello che in Maid pensa Alex, una bella ed emotiva Margaret Qualley (1994), figlia d’arte di Andie McDowell, sua madre anche nella serie – è una squinternata e bipolare artista hippie fuori tempo massimo. Maid è il risultato della  credibilità di Qualley combinata a quella della solita calca di autori e registi che però qui servono un racconto così lineare e ben articolato, senza botti e giravolte, che potrebbe pure non venire da chissà quali algoritmi, ma essere semplicemente “autorale”, un po’ come una canzone di Sharon Van Etten. E chissà se alla fine della decima puntata Alex non si dica tra sé e sé: “I was a fuckup, but I’ve got my shit together and I’m in a different place now…” (sempre SVE ad Uncut a proposito di Comeback Kid).

Maid è una miniserie tv statunitense di genere drammatico ispirata dal memoir di Stephanie Land Donna delle pulizie. Lavoro duro, paga bassa, e la voglia di sopravvivere di una madre (Astoria). È stata creata da Molly Smith Metzler e ha debuttato su Netflix il 1º ottobre 2021. Le canzoni di Sharon Van Etten che compaiono nella serie sono Seventeeen, Let Go (2 volte), Serpents, Peace Signs ed Every Time The Sun Comes Up

Credit: Sharon Van Etten – Locomotiv Club (BO) by zioWoody is licensed under CC BY-NC-ND 2.0

I social: