È iniziata venerdì 18 marzo e proseguirà nelle settimane di quaresima Stabat Mater Milano 2022 dei Faber Teater, “gruppo di artigiani teatrali” come loro stessi si definiscono, “un ensemble che condivide un cuore musicale e una poetica, che crede in un teatro che accoglie e si completa creando relazioni. Un teatro anche dove non ti aspetti, una bottega creativa in movimento dove cercare, gioire, cantare, stupirsi…”. Gli spettacoli (questo il calendario) si tengono in chiese della periferia milanese ed è anche possibile assistere, nei giorni precedenti, alle prove. L’ingresso è libero con prenotazione qui.
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Si ode un suono. Sembra una voce femminile. È appena percettibile. Il pubblico zittisce. Il suono si fa più limpido, sembra provenire… non so… non da dove pensavo, mi disorienta. Non scorgo nessuno. Ecco, un’altra voce si insinua, in assonanza con la prima, creando un effetto stereofonico. Da dove arrivano? Non si capisce. Ognuna segue un suo rigo in accordo con l’altra. Poi, come se provenissero da un profondo abissale, sorgono in sequenza le voci maschili che si intrecciano con le prime. Il suono ti avvolge. È un motivo arcaico, che non conosco, ma in esso c’è qualcosa che da tempo ha lasciato un’impronta dentro di me. Non vedo chi canta, chiudo gli occhi, e la sensazione di immersione nel suono è totale. Le note sembrano cadere dalle volte stellate del Duomo. Il vortice sonoro avvolge. Sono sorpreso di come queste poche voci, naturali, ottengano un effetto così intenso dentro l’imponente Duomo di Casale Monferrato. Mi stupisco di come non mi fossi mai reso conto di quale straordinaria acustica possedesse. Il suono inebria, cambia direzione. Prima sembra scendere dalle volte vertiginose poi dagli angoli più remoti dell’abside, finché a uno a uno, dai vari meandri, appaiono i cantori. Allora si ritrovano i riferimenti consueti, il suono ha anche un volto.
Solo se chiudo gli occhi ritrovo quell’immersione iniziale. Il brano prosegue in più sequenze, mentre gli esecutori si spostano all’interno del Duomo unendosi e dividendosi, secondo combinazioni ricercate. Gli effetti sono molteplici. Mi sorprendo di come questi sei cantori possano coinvolgerti così intensamente soltanto con il loro canto.
L’esibizione culmina quando noi spettatori siamo invitati ad attraversare un tunnel sonoro creato dagli artisti. Mi sento trafitto dalle note, quasi un rito purificatore acustico.
Questo è il ricordo che conservo dell’esibizione dello Stabat Mater eseguito nel Duomo di Casale, dal Faber Teater, qualche anno fa.
Quando ho ricevuto la locandina degli appuntamenti milanesi di Stabat Mater Creazione per sei voci e un Duomo di Faber Teater e Antonella Talamonti, il ricordo è riemerso e mi ha spinto a parlarne. Non ho competenze. Sono solo uno spettatore che conserva ricordi indelebili di questo gruppo.
I Faber sanno sorprendere. Quante volte mi hanno, ci hanno sorpresi. Da ogni spettacolo traspare la loro ricerca, la loro sperimentazione che li porta a esplorare temi sociali, artistici, creativi e a rendere partecipe della loro esplorazione.
Che sorpresa la prima volta che li ho visti esibirsi a Solonghello. Si trattava del Faber Fest, un loro spettacolo, onirico, ispirato alle atmosfere di Chagall. Poi è stata la vota di Emigranti, poetico e coinvolgente, rappresentato su un ballo a palchetto d’antan. E ancora, la Divina Commedia, nella selva della Rocca di Verrua Savoia, dove gruppi di spettatori, trasformati in pellegrini, percorrevano un faticoso percorso dantesco. Sono innumerevoli le emozioni negli anni fino ad arrivare agli spettacoli più recenti collegati al percorso sonoro intrapreso sotto la guida di Antonella Talamonti.
E che dire dei luoghi. Nei loro spettacoli hanno sempre molta rilevanza. Quanti ne abbiamo scoperti, che non consideravamo, in sperdute frazioni sulle colline del Monferrato e verso la piana del Po. I Faber sanno rivalutarli, farteli apprezzare sotto una nuova luce, creando una contiguità naturale inaspettata.
La mia esperienza nel Duomo di Casale mi portava a considerare lo Stabat Mater eseguibile solo in edifici monumentali antichi. Mi sbagliavo. Questi concerti milanesi dimostrano ancora una volta una qualità del Faber Teater: spiazzarti e portarti su un nuovo sentiero.
Immagino che si è voluto sperimentare un dialogo tra una ricerca fonica e quella che è stata una recente ricerca architettonica. Le esibizioni, che si susseguono nelle settimane di quaresima, vengono eseguite in chiese realizzate da affermati architetti, in alcune identitarie periferie milanesi. Sì, periferie, ma mai periferiche nelle attività del Faber Teater. Infatti questi artisti sanno coinvolgerti creando una nuova centralità. Pertanto gli abitanti nelle aree prescelte e coloro che sono interessati possono seguire le prove sperimentali il giorno precedente la loro esibizione, scoprendo così come lavorano e potendo dialogare con loro.
Stabat Mater con Lucia Giordano, Marco Andorno, Francesco Micca, Paola Bordignon, Sebastiano Amadio, Lodovico Bordignon. Musiche originali e drammaturgia musicale Antonella Talamonti. Produzione Faber Teater
*Paolo Scapinello, autore di questo pezzo, vive in collina nel Monferrato cercando di dedicare un po’ di tempo alla leggerezza.