La variante di Lüneburg è il primo libro di Paolo Maurensig, lo scrittore goriziano recentemente scomparso. L’opera è stata pubblicata da Adelphi nel 1993. Si tratta di un romanzo breve, un giallo atipico, con gli scacchi al centro della narrazione. La storia ci racconta di una vendetta, a lungo studiata, come la mossa di un maestro sulla scacchiera.
Di che cosa parla La variante di Lüneburg? Rivela i lati oscuri di un passatempo all’apparenza innocente. È proprio la sottigliezza richiesta all’intelletto a rendere le partite fredde e spietate.
L’opera comincia col ritrovamento nella sua bellissima villa del cadavere di Dieter Frisch, ricchissimo imprenditore tedesco di sessant’anni.
Gli investigatori trovano in casa una umilissima scacchiera di pezza con logori bottoni per figure. È già stata avviata una posizione di sviluppo, la cosiddetta “variante di Lüneburg”, una mossa difensiva che prende il nome da una piana in Germania, un tempo sede del campo di concentramento di Bergen–Belsen. Perché Frisch è morto? Si è trattato di suicidio o di omicidio?
La narrazione poi si sposta su un treno. Torniamo indietro ad alcuni giorni prima. L’uomo sta tornando a casa. È intento a giocare una partita a scacchi con un suo collaboratore, quando d’un tratto un giovane dall’aspetto malandato entra in cabina. Il ragazzo è Hans Mayer, che si rivela estremamente esperto nel muovere le pedine. Riesce così a catturare l’attenzione dei due e comincia a raccontare la sua storia. Questa è profondamente intrecciata con quella del suo maestro, un tale chiamato Tabori, personaggio geniale e tormentato di origini ebree.
Procedendo nella lettura, andiamo ancora più indietro nel tempo. Ci troviamo nell’inverno del ’44 presso il campo di concentramento di Bergen–Belsen, in Germania. In questo luogo, cominciano a essere disputate partite a scacchi in cui in palio c’è la vita dei prigionieri. Chi vince ne può disporre come vuole, salvandole o schiacciandole come formiche. A giocare le terribili partite sono proprio Tabori, il maestro ebreo prigioniero nel campo, e Frisch, l’imprenditore trovato morto, ai tempi ufficiale nazista.
Qual è l’origine del romanzo di Maurensig?
Paolo Maurensig ha raccontato che l’idea per scrivere il romanzo è arrivata da un singolare incontro su un treno con un vecchio maestro di scacchi jugoslavo. L’anziano rivelò che, durante la guerra, gli scacchi gli avevano salvato la vita. Infatti, il suo diretto superiore non lo aveva mandato al fronte per poter giocare con un avversario di pari livello. L’autore, quindi, concepì una storia in cui gli scacchi erano il mezzo per avere risparmiata la vita.
L’autore era un grande appassionato di scacchi. È stato egli stesso campione italiano. Ha parlato di questo gioco anche in altre opere, come L’arcangelo degli scacchi (2013), Teoria delle ombre (2015) Il gioco degli dèi (2019).
Cos’è la variante di Lüneburg?
La variante di Lüneburg, titolo del romanzo, è una mossa difensiva (detta anche variante del nero), inventata da uno dei protagonisti. Si tratta di un’apertura che prende il nome dalla piana di Lüneburg, su cui sorgeva il campo di concentramento di Bergen–Belsen, nella bassa Sassonia in Germania, e dove vennero sepolti i gerarchi tedeschi condannati al processo di Norimberga. È un’invenzione letteraria dell’autore, non esiste nella realtà. Consiste nel sacrificare un cavallo per prendere due pedoni. Una mossa spiazzante che però altera gli equilibri del gioco, creando scompiglio. Va però messa in atto solo da esperti, pena la perdita del gioco.
La trama del libro sembra ripercorrere le dinamiche di questa variante. Nella storia qualcuno si deve sacrificare, per riuscire a prendere due umili pedoni.
Abbiamo già detto che il libro parla di vendetta, una resa dei conti contro un perverso ufficiale SS, scampato alla giustizia. Come trovare l’uomo che si è nascosto per anni sotto mentite spoglie? C’è qualcosa che possa farlo venire allo scoperto, come una lumaca dopo la pioggia? Sì, gli scacchi. In particolare, quella mossa che tanto lo ha infastidito e che detesta. La variante di Lüneburg è l’esca perfetta per attirarlo in trappola.
C’è ancora di più.
La dinamica della mossa sembra ripercorrere il meccanismo stesso con cui è perpetrata la vendetta. Un’importante pedina è sacrificata, un cavallo. Ma ciò, come mitologia insegna, a volte porta in seno un inganno. Grazie al suo sacrificio, vengono presi due pedoni, umili figure, capaci però di trasformazione. Nella narrazione a chi corrispondono cavallo e pedoni? Le interpretazioni possono essere diverse.
E se il cavallo fosse Hans Mayer? La sua vita è sacrificata, rovinata del tutto. In cambio della sua perdizione, vengono mangiati due pedoni, Tabori e Frisch, entrambi colpevoli di essersi prestati a un gioco abominevole. Oppure il cavallo potrebbe essere Frisch che muore, forse suicida, per pagare con la sua vita il pegno di sangue che doveva all’avversario. I pedoni potrebbero essere Hans e Tabori.
L’incipit de La variante di Lüneburg
All’inizio del romanzo viene raccontata l’invenzione del gioco degli scacchi da parte dell’indiano Sessa Nassir. In cambio del dono, l’uomo chiese al sultano un compenso solo all’apparenza scarno. “Desidero che le 64 caselle della scacchiera siano riempite con un chicco sulla prima casella, due sulla seconda, quattro sulla terza, otto sulla quarta e così di seguito”. Ogni volta il numero dei chicchi raddoppia, con una furba progressione geometrica. Una volta capito l’inganno, il sultano lo fa uccidere per non dover soddisfare la sua richiesta.
Ecco il passaggio:
“Sembra che l’invenzione degli scacchi sia legata a un fatto di sangue. Narra infatti una leggenda che quando il gioco fu presentato per la prima volta a corte il sultano volle premiare l’oscuro inventore esaudendo ogni suo desiderio. Questi chiese per sé un compenso apparentemente modesto, di avere cioè tanto grano quanto poteva risultare da una semplice addizione: un chicco sulla prima delle sessantaquattro caselle, due sulla seconda, quattro sulla terza, e così via… Ma quando il sultano, che aveva in un primo tempo accettato di buon grado, si rese conto che a soddisfare una simile richiesta non sarebbero bastati i granai del suo regno, e forse neppure quelli di tutta la terra, per togliersi dall’imbarazzo stimò opportuno mozzargli la testa”.
Troviamo un’altra progressione geometrica nel testo. Nel campo di concentramento si disputano terribili partite a scacchi tra Tabori e Frisch. Queste prevedono, come premio per le vittorie, vite umane dei prigionieri. Per la prima partita persa, una persona. Per la seconda, due. Per la terza, quattro, e così via. Il tema della progressione numerica torna anche qui a sottolineare la freddezza nel considerare le vite umane come oggetti di cui disporre a piacimento.
La variante di Lüneburg come metafora
Qual è la metafora che troviamo nel libro? Il bianco e il nero delle caselle della scacchiera fanno immediatamente pensare al bene e al male che albergano dentro ogni uomo. Yin e Yang si muovono come fumi da comignoli, che si mescolano, si seducono l’un l’altro come serpenti ondeggianti incantati da melodie.
Gli scacchi sono anche una metafora di qualcosa di innocente che nelle mani sbagliate può trasformarsi in uno strumento di morte.
L’autore sembra affascinato dal potere ossessionante del gioco. Tanti campioni dalla mente geniale hanno sviluppato un maniacale attaccamento per il gioco, sino alla follia. Kasparov, uno dei più grandi maestri di sempre, definì gli scacchi come il gioco più violento che esista. Forse per la spietatezza delle dinamiche di gioco. Due eserciti schierati, il Bianco e il Nero, devono annientarsi a vicenda, usando memoria, strategia, ragionamenti sottili. L’unico obiettivo è far capitolare l’altro, muovere scacco matto al re.
“Guidate da una loro fredda logica, le figure bianche si incuneavano tra quelle nere, le forze contrarie si equilibravano, e da lontano, da molto lontano, si profilava a tratti, come il lampeggiare di un faro la soluzione finale”.
Gli scacchi sarebbero quindi la metafora di uno stile di vita freddo, votato all’annientamento dell’avversario. La variante che dà il titolo all’opera sembra invece una mossa con un’anima. Si sacrifica un cavallo, si perde forse volontariamente una parte di sé, dunque, per prendere due pedoni, per fare proprie due pedine di poco valore.
Aspetti tecnici de La variante di Lüneburg
La variante di Lüneburg si presenta come un racconto a cornice, ossia come una narrazione multilivello.
Si comincia con Tabori, che in prima persona inizia a raccontare i fatti. Stranamente questo narratore è onnisciente. In realtà, non potrebbe conoscere tutti i dettagli del ritrovamento del cadavere dell’imprenditore tedesco. C’è poi un flashback sulla vita, le abitudini e sui giorni immediatamente antecedenti la morte del vecchio Frisch. La narrazione qui si sposta su un treno, come in Sonata a Kreutzer di Tolstoy. Sul treno Frisch incontra Hans Mayer che comincia a raccontare la sua vita in prima persona: ci dice come si avvicinò agli scacchi e come conobbe il suo maestro. Infine, è Tabori a riprendere le redini del racconto: in fin di vita rivelerà al ragazzo la sua storia personale.
Possiamo immaginare che l’opera sia quindi divisa in due parti.
Nella prima, abbiamo la morte di Frisch, il flashback sulla sua vita e il racconto di Hans. Nella seconda parte, troviamo la storia di Tabori.
Richiami letterari e cinematografici
Sono tante le opere letterarie e cinematografiche che hanno gli scacchi per protagonisti.
Nel libro Novella degli scacchi, Zweig parla del gioco come di un mezzo per non perdere il senno ma allo stesso tempo come droga, ossessione maniacale.
Un richiamo letterario in cui però sono assenti gli scacchi è Le braci di Marai: l’acredine in una vecchia amicizia rimane calda e ardente come brace di un fuoco non del tutto spento.
Zweig e Marai sono due scrittori mitteleuropei, appartenenti cioè a quel filone letterario che fa capo all’impero austro-ungarico. Maurensig è stato definito egli stesso uno scrittore mitteleuropeo. Nato a Gorizia, città di confine, era bilingue, capace di parlare sloveno e italiano. Il suo carattere mitteleuropeo sta nella sua commistione di più anime, di più retaggi culturali, nella sua passione per Praga in cui si recava spesso a scrivere. Canone inverso (1996), sua seconda opera, è ambientato proprio nella città ceca.
Tra le pellicole, ricordiamo Il settimo sigillo, film svedese del 1957 diretto da Ingmar Bergman, dove il cavaliere Block di ritorno dalle crociate sfida Morte a una partita per rimandare la sua fine. Torna quindi il binomio scacchi-morte.
Il libro richiama anche Schindler’s List, film del 1993 diretto da Steven Spielberg, per il tentativo di sottrarre vite alla morte di persone ebree per mano nazista.
Un parallelismo recentissimo è quello con La regina degli scacchi, serie Netflix 2020, che riprende una mossa di apertura chiamata “gambetto di donna”, una figura di attacco, che si oppone alla variante di Lüneburg, invece difensiva.
Chi ha ucciso Frisch?
Perché muore il vecchio imprenditore Frisch? Si è ucciso? È stato ammazzato? Un’ipotesi può essere che il vecchio si sia ucciso da solo, perché sconfitto al gioco da Tabori, tornato per riscuotere il pegno di una vittoria, ossia una vita umana.
In ogni caso, dal romanzo escono tutti sconfitti, distrutti.
All’uscita dal campo di concentramento Tabori dice:
“Mi stupii che tutt’attorno la natura fosse rimasta indenne e indifferente, e che ci fosse ancora un maggio come quelli della mia infanzia. Per la prima volta il sole non era più offuscato dal fumo dei forni crematori e, tra le basse dune di sabbia, la brezza ravviava i radi cespugli di erica nella landa di Lüneburg”.
Conclusioni
La variante di Lüneburg ha il potere di evocare emozioni profonde, di affascinare con una prosa molto ricercata. La storia ha le sembianze di una mossa di scacchi che via via chiude il lettore in uno spazio sempre più angusto. Riesce così a catturare l’attenzione, sublimando le brutture con uno stile raffinato. Esattamente come negli scacchi, l’eleganza del gioco, la bellezza delle parole e l’armoniosità dei movimenti delle pedine sono specchietti per le allodole che nascondono tragicità, freddezza, calcolo. La spietatezza del gioco in sé è resa qui disumana dalla follia della supremazia razziale. Sentimenti estremi circondano il passatempo innocuo, visto come dispensatore di salvezza o di morte.
Negli scacchi, l’intelletto è solleticato dalle lusinghe di un gioco in cui le prestazioni mentali sono tutto. Il giocatore è spinto alla perfezione. Ogni mossa bene assestata è rivelazione del divino, morso alla mela del peccato, squarcio sulle tele dell’ignoranza. Ogni passo falso è caduta all’inferno, punizione, dannazione. In ogni caso, un attimo dopo è buio, follia, morte.
Credit: la variante di luneburg by pomarc is licensed under CC BY-NC-ND 2.0, Il settimo sigillo by giopuo is licensed under CC BY-NC-SA 2.0 Scacchi by Stefano Pertusati is licensed under CC BY-NC-SA 2.0