Tra le canzoni che mi hanno seguito fin da quand’ero ragazzo, e che ho ricomperato negli anni, in vinile o in cd, oppure ho scaricato dopo averle perse chissadove e infine ho ritrovato su YouTube – questa biblioteca di Alessandria ricostruita -, c’è Giovanna prima o poi, un pezzo di Maracaibo, album misconosciuto (o dimenticato) del 1979, di Enrico Nascimbeni, che è morto a 62 anni a Milano l’11 giugno di tre anni fa. Enrico Nascimbeni da quello che so era un uomo con un curriculum di tanta vita diversa, anche se non sempre baciata dal sole in fronte, che ha fatto il giornalista, lo scrittore, il cantautore non esattamente in questa sequenza.
Giovanna prima o poi è una canzone un po’ alla Vecchioni – arrangiata rock come il Vecchioni che amavo di più da ragazzo – e io la preferisco nella versione elettrica a quella originale che era uscita su 45 giri, più breve e con l’arpeggio di chitarra acustica. Anche se sulla cover del 45 c’è una bellissima foto di Nascimbeni, che è un ragazzo di quegli anni, bello e disincantato, seduto per terra, mentre davanti gli passano due cani, che quasi lo salutano, sarebbe naturale che lo facessero.
Giovanna prima o poi mi è sempre rimasta appiccicata addosso per la musica e per certe parole a cui avevo collegato probabilmente delle cose mie, come accade a tutti con le canzoni. Ogni volta che l’ho sentita e ritrovata – questa volta su Apple Music, ma vi avrei sfidato a scovarla negli anni Novanta, quando per lungo tempo sono rimasto senza ascoltarla – bene, mi è sempre sembrata degna di essere una delle mie canzoni preferite.
È una canzone semplice e sentimentale che parla di questo ragazzo che di notte rimpiange una ragazza; lui sta a Milano a bestemmiare, in una notte disperata ma scanzonata, in compagnia di gatti e di sigarette, mentre lei forse sta a Verona con degli amici cretini di una non meglio precisata (almeno per me) Corte Farina, ma sotto sotto, dal titolo stesso, si capisce che (forse) tutto finirà bene e che lei prima o poi tornerà.
Ho sempre pensato che prima o poi avrei incontrato Nascimbeni, in fondo avevamo gli stessi anni, e stavamo a Milano, e Milano è un paese… E invece no. Un giorno ho saputo che se ne era andato e mi sono reso conto che non ho potuto dirgli come mi piaceva Giovanna prima o poi, e chiedergli qualcosa delle canzoni di Maracaibo, e di quelle che ha scritto dopo. Canzoni che sono rimaste nel cuore alle persone che erano giovani con lui e che hanno un “cassetto un po’ invecchiato” (come cantava in Vedi Anna) dove tengono tante cose, molte di queste sono quelle che erano importanti per lui e per cui lui si è battuto per una vita.
Qui la versione acustica, ringraziando Francotaxi e le sue chicche