Sinossi Nel 1979, un gruppo di giovani e ambiziosi cineasti decide di realizzare un film per adulti (eufemismo per porno) nel Texas. Mal gliene incoglie. Quando la coppia di anziani (eufemismo per vecchi mostruosi) che li ospita scopre la natura del set, il cast si trova a dover lottare per la sopravvivenza.
Info In Italia X – A Sexy Horror Story è al cinema dal 14 luglio distribuito da Midnight Factory, etichetta horror di proprietà di Koch Media. Il regista Ti West (1980) viaggia da un buon ventennio nell’horror e dintorni, con partecipazioni alla saga di Cabin Fever e ai serial Scream e Loro, ma con vette professionali in The Innkeepers e In a Valley of Violence, girato per Blumhouse.
I film dell’orrore hanno spesso un buon rapporto con i vecchi film dell’orrore, quelli del passato, dico. Forse perché l’orrore, spesso, viene proprio dal passato, è roba del passato, nostro e altrui… L’orrore è il passato che si ripresenta alla porta, un brutto sogno fatto da bambini che ci fa spavento nel caso si riproduca, oggi e da svegli, nella realtà. E i vecchi film cui prima accennavo? Be’, quelli in fondo sono anch’essi dei vecchi sogni, anzi un distillato di vecchi sogni che hanno spaventato tanti bambini e tanti adulti prima di noi…
Ciò per dire che X – A Sexy Horror Story recupera con facilità il suo spaventevole fascino nutrendosi dal grande incubo di Texas Chainsaw Massacre (uscito nel 1974, da noi come Non aprire quella porta) in fatto sia di temi sia di forme – il Massacre, prima che nella trama, si riaffaccia alla memoria nelle sequenze del porno filmato dai ragazzi in immagini calde e materiche e in formato quadrato da antica era della pellicola. Ben presto X – A Sexy Horror Story resuscita nel ruolo di Leatherface e del white trash assortito che gli faceva da corona, gli orrendi vegliardi ospitanti la crew: i due sono imparentati visivamente con la celebre coppia di American Gothic e di sicuro anche con il fantasma di Mamma Bates esibita in carrozzina.
X – A Sexy Horror Story è per di più, come dice il titolo, un sexy horror (anzi, una resurrezione del dimenticato filone sexy horror!), e quindi evidenzia senza dubbi e con un pizzico di malizia quali sono gli impulsi da punire – quelli, tra parentesi, con cui forse è cominciato il sogno trasformatosi in incubo.
Non è forse il sesso rimosso a provocare al cinema straordinari deliri castratori (vero Mr. Bates Figlio?) e non è forse un azzardo girare un porno scontrandosi con le figure parentali di un antico e pudibondo West le quali prima un po’ s’attizzano tra loro e poi fanno scattare la tremenda punizione?
Giudizio X – A Sexy Horror Story è un ghirigoro ben riuscito nella solida tradizione slasher, comprendente pure quella dei B movies promossi in serie A, e ci ricorda che accanto al filone spirituale – religione più psicoanalisi – il genere horror dai Sessanta in poi può tingersi di beffarda critica sociale, per esempio riservando ironia feroce agli Usa più arretrati. A dare al film un’ulteriore coloritura vintage è giunto all’ultimo momento un bel VM18 che credevamo non esistesse più – viene invece comminato dalla Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche incaricata dal Ministero della Cultura.