Non appena si finisce un libro capitato fra le mani quasi per caso, magari come regalo per le festività, viene spontaneo chiedersi perché proprio quello e, se non rientrava nei programmi, perché lo si è letto con ritardo o, al contrario, immediatamente e in fretta e furia. È una domanda che difficilmente ci si pone riguardo ad Alessandro Barbero, scrittore accurato e storico versatile, divulgatore di leggiadra lettura, ma anche fenomeno massmediologico assai conosciuto, attento all’attualità e, da questo punto di vista, non esente da posizioni che attirano, talvolta, l’insaziabile curiosità del pubblico.
Consideriamo per esempio la sua posizione sul Covid nel settembre del 2021 a fianco di Massimo Cacciari e Giorgio Agamben. In molti contestarono costoro non solo perché ostili al green pass ma (chi sì e chi no) persino ai vaccini. In proposito, commentò il matematico Piergiorgio Odifreddi, i tre gli sembravano “umanisti che hanno della verità un concetto relativo e filosofico [nel caso di Cacciari e Agamben, ndr] e storico [nel caso di Barbero, ndr] ai quali dà fastidio che qualcuno possa rivendicare non solo l’esistenza di verità scientifiche di ben altro tenore, ma addirittura di basare su di esse le azioni politiche”. Su Il Foglio ci fu, negli stessi giorni, un certo Luciano Capone il cui articolo si intitolava “Sul green pass meglio l’anti vax Agamben dell’ipocrita Barbero”.
Naturalmente ci si può sottrarre dal condividere l’uno o l’altro dei due pareri, ma non si può non rilevare come entrambi furono, sia pure con diversa levatura, sprezzanti nei confronti di Barbero. Se ci sottraiamo alla loro condivisione, tuttavia, non possiamo non rilevare che Barbero, ancora, sulla questione Covid si era guadagnato un’altra volta il proscenio sebbene, ben presto, si traesse fuori dalla contesa. Nell’ipotesi ci sia capitato fra le mani un suo libro per quest’ultimo Natale (a me è successo con 9 Agosto 378 Il giorno dei barbari, Laterza, ed. illustrata del novembre 2022) può, dunque, risultare inevitabile porsi altre domande su come Barbero gestisce la sua produzione autoriale.
Il libro di cui stiamo trattando parla di antichi eventi storici: la sconfitta dell’imperatore Valente sul campo di Adrianopoli per l’azione respingente tenuta dai suoi verso i Goti già largamente romanizzati, ma in troppi debordati sul territorio dell’impero quando ve li sospinsero gli Unni. Allude, cioè, alla contraddittorietà che oggi manifestano alcuni nostri governanti nell’ostacolare l’arrivo in Italia degli immigrati che fuggono dalle guerre, dalle carestie e dalla fame. Parliamo di quest’ultima edizione, ovvio, apparsa per la prima volta già nel 2005 ma accolta, oggi, nella collana Robinson con le magnifiche illustrazioni dello scomparso Sergio Toppi; uno di quei libri ordinati, con copertina rigida, rilegatura a filo di refe cucito sul dorso di tela, carta buona, caratteri di ottima visibilità, che ben volentieri teniamo in mano oltre che conservarlo in biblioteca.
La stessa cosa, del resto, avvenne nel 2020 quando Laterza editò la sua biografia di Dante Alighieri, sempre nella collana Robinson, questa volta anche con ottima sovracopertina e “carta amica delle foreste”; un modo di dire per precisare che si trattava di carta riciclata ma in modo veramente magistrale. Forse ci intratteniamo troppo su queste notazioni di dettaglio, ma sono importanti per chi apprezza non solo il “buon libro” ma anche il “libro bello”. Del resto l’occasione fu ghiotta, la celebrazione dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta e, con tempismo perfetto, Laterza centrò il risultato di proporre Barbero autore di prestigio: fenomeno che con le sue opinioni e innumerevoli podcast su vari argomenti, può contare su un largo pubblico.
Strano che Barbero non abbia approfittato di questa sua specifica competenza – essere l’ultimo biografo di Dante Alighieri – per dire qualcosa di colto ma leggibile e divertente, con aneddoti che sottendono la sua fine erudizione come al solito, per contraddire il ministro dei beni culturali Gennaro Sangiuliano riguardo al fatto, da costui ritenuto verosimile, che la nascita della destra politica italiana esce dai lombi creativi del Sommo Poeta. Poteva aiutare i lettori a ricercare questa biografia dal libraio di fiducia o in un qualsiasi bookshop on line, e tirarci anche fuori qualche soldino per sé e per l’editore. Ma stavolta, forse, non ci ha pensato. Peccato! Anche agli attenti e prolifici autori, sicuramente disinteressati seppur sostenuti da editori di qualità, può sfuggire qualcosa.
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