Qualcosa da sapere prima, magari andando a braccetto con Sainte-Beuve. Feux (Fuochi) nasce (forse) da un échec sentimentale di Marguerite Yourcenar, che nel 1935 troviamo in qualche modo compagna di André Embiricos, affascinante poeta surrealista e (forse) primo psicoanalista greco, e tuttavia presa da passione amorosa per un altro uomo, André Fraigneau, da cui lei non è affatto corrisposta, essendo egli omosessuale.
Scritto dopo una crociera a Istanbul con Embiricos, Feux avrebbe dovuto essere dedicato proprio a Fraigneau. Ma poiché ne è l’editore – è stato infatti Fraigneau che lavora da Grasset a scoprire in un armadio Pindare – finì a prendersi la dedica Hermès, il messaggero alato.
Il messaggio era infelicemente indirizzato, comunque, vista la testimonianza su Yourcenar lasciata da Fraigneau a Josiane Savigneau, autrice della biografia di Marguerite per Gallimard. Fraigneau racconta che la scrittrice sognava inutilmente di essere la “maîtresse d’hommes qui aiment les hommes” e, poiché gli inviava poesie e lo tempestava d’inviti, era felice che Yourcenar non apparisse a Parigi troppo spesso…
Feux appare in volume da Grasset nel 1936 e contiene nove prose liriche, ispirate ai miti greci (Fedra, Saffo, Achille…), ma anche alla Maddalena del Nuovo Testanento, offrendo una “certaine notion de l’amour” e, di prefazione in prefazione, si precisa come la tappa di una presa di coscienza (così Yourcenar nell’introduzione del 1967). Mai Marguerite è andata così vicino alla confessione diretta come in questa collezione di amori infelici, scritta proprio in un periodo di amori infelici, mai più sarà così addentro alla nevrosi, secondo Savigneau.
Ma eccoci in medias res nel brano di Maria Maddalena: … Nonostante le suppliche degli angeli che senza dubbio si sforzavano di ricondurlo in cielo, Dio continuava ad aggirarsi di villaggio in villaggio, schernendo i preti, insultando i ricchi, spargendo zizzania nelle famiglie, giustificando la donna adultera, esercitando ovunque il suo momento di voga… (traduzione di Maria Luisa Spaziani)
Infatti: sentendosi orfana di Giovanni che ha seguito il predicatore Gesù, Maria di Magdala va incontro alla perdizione. E acquista queste sere per noi la presenza scenica e il viso di Lina Sastri nello spettacolo teatrale Maria Maddalena, di cui Sastri firma anche la regia, e che da Feux di Marguerite Yourcenar è tratto (dal 28 febbraio al 5 marzo al Teatro Menotti di Milano).
“È la grande passione di Maria Maddalena per Gesù, che la condanna a un destino di infelicità”, spiega Sastri, che calca il palco con due musicisti, “ma è anche la solitudine del non amato o del respinto o dell’escluso. Porteremo in scena il percorso di un’anima che nasce innocente e, per vendetta, perché vittima di abbandono, cambia il suo destino, o crede di cambiarlo. Ma non ci riuscirà: l’amore e la passione la porteranno comunque di fronte alla ferita insanabile, al doloroso cammino di chi ama ed è abbandonato. Senza scampo».
Per il proseguio (non pettegolo) degli amori della scrittrice, consiglio (anche per le belle fotografie): Josiane Savigneau, Marguerite Yourcenar: l’invention d’une vie, Gallimard/Folio, 1993
- Teatro Menotti, Via Ciro Menotti 11, Milano – tel. 0282873611 – biglietteria@teatromenotti.org
Info qui - Credit foto Massimiliano Marolda