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La Milano dei diritti in 5 podcast

Cinque tappe per visitare Milano sul filo rosso dei diritti umani.

Cinque podcast che raccontano piccole e grandi storie e accompagnano alla scoperta di luoghi inaspettati e di persone che li hanno animati tramite un percorso tematico inedito: quello della pace, della solidarietà e dei diritti umani – anche violati.

L’audioguida è intitolata Milano: memoria e futuro dei diritti ed è stata realizzata dalla Fondazione Diritti Umani ETS con il contributo di Fondazione AEM e del Comune, nell’ambito del progetto Milano è Memoria.

Dalla strada dove venne rapito Abu Omar alla sede della Centrale del Latte, i Podcast hanno il commento di storici e testimoni dell’epoca.

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  1. Via Guerzoni. Il rapimento di Abu Omar

Il 17 febbraio 2003 agenti della Cia e dei servizi segreti italiano rapiscono in via Guerzoni Abu Omar, conosciuto come l’imam della moschea di viale Jenner. Uno dei tanti episodi della war on terror, la dottrina della Casa Bianca che voleva vendicare l’attentato alle Torri Gemelle. Nel podcast il magistrato Armando Spataro racconta come si è arrivati a scoprire e condannare – unico caso al mondo – 26 tra 007 e diplomatici statunitensi e 5 agenti segreti italiani. Un racconto denso di amarezza per aver scoperto che “ostacoli al procedere della giustizia e alla ricerca della verità potessero venire dalle Istituzioni anziché da soggetti e organizzazioni criminali”.

  1. Via Ollearo. Radio Popolare
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@LeonardoBrogioni

Può una radio concretizzare i diritti umani? Se “è libera, ma libera veramente” sì. Radio Popolare lo fa dal 1976, nella sede di via Ollearo, dove un gruppo di sindacalisti, studenti, giornalisti, insegnanti decide di dare voce a chi fino ad allora era stato costretto al silenzio. Libertà di espressione su informazione, musica, sapere, sessualità in una radio libera dell’epoca che riesce a mantenere intatto lo spirito e gli obiettivi nell’era dei social, delle Big Tech, della disintermediazione. Il podcast racconta come è riuscita l’impresa di RadioPop. Lo fa alternando materiale d’archivio con le interviste a Luisa Morgantini, una delle 61 fondatrici dell’emittente, e con gli interventi di Irene Piazzoni, storica del giornalismo dell’università Statale di Milano, e di Alessandro Gilioli, attuale direttore della radio.

  1. Via Antonini. La Liberazione
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@LeonardoBrogioni

L’annuncio della Liberazione dal ventennio di dittatura e guerra parte da un edificio alla periferia sud di Milano. Andrea Borgnino, dirigente Rai e responsabile di RaiPlay Sound, riporta all’aprile 1945, là dove, in via Antonini, tra qualche fabbrica e tanti campi coltivati, l’Eiar (la Rai di allora) aveva traslocato gli studi di trasmissione dopo il bombardamento di corso Sempione. Occupata dalle Brigate socialiste Matteotti, il 26 aprile dalle antenne di via Antonini 50 partono le note dell’Inno di Mameli, l’annuncio della Liberazione e, qualche giorno dopo, la notizia della fucilazione di Mussolini.

  1. Via Castelbarco. La Centrale del Latte

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Almeno tre generazioni di milanesi si sono identificati con i prodotti della Centrale del Latte: dal tetraedro ai cartocci con le creme dolci. Potenza evocativa di un’idea diventata fabbrica raccontata nel podcast da Mattia Granata, storico e presidente del Centro studi di Legacoop. La Centrale del Latte nasce nel 1930 in via Castelbarco. Primo obiettivo: risolvere un problema di salute pubblica, perché le scarse condizioni igieniche di allora rendevano il latte un veicolo di malattie. Dopo la seconda guerra mondiale, risolta la questione salute, si sviluppa l’idea del latte come bene comune, da mettere a disposizione di tutti. Così fino alla privatizzazione degli anni Duemila, quando il Comune di Milano vende la Centrale. Al suo posto il Campus dell’Università Bocconi. Resta comunque tutta la straordinaria parabola di un’idea industriale.

  1. Via Anfiteatro. La Cucina per Malati Poveri
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@ArchivioCesareColombo

La Milano del passato (molto passato) ha iniziative che hanno valore anche oggi. È il 787 dopo Cristo quando in città nasce il primo asilo pubblico per bambini abbandonati. Da allora si sono sperimentate forme diverse di contrasto alla povertà e alle disuguaglianze: è la Milan col “coeur in man”. Nel podcast Cristina Cenedella, storica dell’Università Cattolica, racconta della Cucina per Malati Poveri di Alessandrina Ravizza, conosciuta come “la contessa del brodo”. Lei contessa non era, ma il brodo lo distribuiva davvero: era l’alimento con cui alla fine del 1800 provava a curare i malati che non potevano permettersi le medicine. La prima sede della Cucina per Malati Poveri era in via Anfiteatro 16, allora zona popolare, ora quartiere tra i più costosi di Milano.

I 5 podcast si possono ascoltare gratuitamente su RaiPlay Sound, Spreaker e sul nuovo sito della Fondazione Diritti Umani

Milano: memoria e futuro dei diritti è un progetto di public history, Chi volesse segnalare altri luoghi dei diritti umani di Milano, per promuoverne la memoria, può farlo compilando il form qui.

 

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