Ha definito Gesù il più grande rivoluzionario della storia, paladino degli ultimi. E a Gesù ha dedicato l’album La buona novella, ispirandosi ai Vangeli apocrifi e narrando l’annunciazione a Maria dell’arcangelo Gabriele, la crocifissione con il perdono del ladrone, e rivisitando i dieci comandamenti.
Fabrizio De André ha iniziato a scrivere La buona novella nel 1969.
La buona novella, spettacolo portato in scena in questi giorni da Neri Marcorè al Teatro Carcano di Milano, si rifà a quell’opera. Ma non è un concerto.
È un racconto teatrale e musicale che prende spunto dal disco, in cui si dà voce a Maria, Giuseppe, Tito il ladrone, il coro delle madri, un falegname, il popolo… Uno spettacolo di teatro canzone su Maria e sul dramma della Passione di Cristo.
Spiega il regista Giorgio Gallione: «È pensato come una sorta di sacra rappresentazione contemporanea che alterna e intreccia le canzoni di De André con i brani narrativi tratti dai Vangeli apocrifi. Prosa e musica sono montati in una partitura coerente al percorso tracciato dall’autore nel disco. I passi parlati, come in un racconto arcaico, sottolineano la forza evocativa e il valore delle canzoni originali, svelandone la fonte mitica e letteraria. La valenza rivoluzionaria della riscrittura di De André sta nella decisione di un laico di affrontare un tema così anomalo per quei tempi».
“Quando scrissi La buona novella eravamo in piena rivolta studentesca e ai meno attenti, vale a dire la maggioranza dei fruitori di musica popolare, il disco apparve come anacronistico. Ma cosa andava predicando Gesù di Nazareth se non l’abolizione delle classi sociali, dell’autoritarismo, in nome di un egalitarismo e di una fratellanza universali? È un po’ come se io mi fossi rivolto ai miei coetanei che si battevano contro smisurati abusi di potere e di autorità e avessi detto loro: guardate che lo stesso tipo di lotta l’ha già sostenuta un grande rivoluzionario 1969 anni fa e tutti sappiamo come è andata a finire” (Fabrizio De André, la Repubblica, 14 marzo 1999)
La drammaturgia aggiunta da Gallione, recitata in gran parte da un bravissimo Neri Marcorè, racconta l’antefatto de L’infanzia di Maria (brano dell’album), svelandone la nascita miracolosa, e riempie il vuoto che va dall’infanzia di Cristo (cantata da De André nel lato A del vinile) alla crocifissione (lato B). «Un’elaborazione che in qualche modo completa il racconto del cantautore genovese, trasformando La buona novella in uno spettacolo originale, recitato, agito e cantato da una compagnia di attori, cantanti e musicisti che pensano l’opera di De André come a un ricchissimo patrimonio che può comunque ben resistere, come ogni capolavoro, anche all’assenza dell’interpretazione del suo creatore».
Per Neri Marcorè: «La buona novella è un’opera polifonica. Mediante metafora e allegoria parla dell’arroganza del potere che mal digerisce gli uomini troppo liberi di pensiero, intralcio per l’esercizio del potere stesso, sia esso famigliare, religioso o politico. La spiritualità, intrinseca nel momento in cui si parla di Gesù e della Madonna, è qui contemplata nella sua dimensione terrena, laddove “il più grande rivoluzionario della storia” resta prima di tutto un uomo, con una fisicità che non lo rende diverso dai suoi simili. Eppure, nonostante i suoi limiti, ogni essere umano può compiere imprese straordinarie e dar vita a nuovi corsi ogni volta che non si pone al primo posto ma si mette al servizio di un bene superiore, collettivo».
Ne La buona novella le canzoni si alternano a monologhi recitati da Marcorè e da Rosanna Naddeo, che dà voce, insieme al canto delle donne, a Maria, «bambina inconsapevole e prescelta, poi madre piangente e dolorosa, alla quale De André fa dire sotto la croce “non fossi stato figlio di Dio, ti avrei ancora per figlio mio”» dice il regista Gallione.
Sul palco, accompagnate dal pianista jazz Francesco Negri, insieme a Rosanna Naddeo altre quattro musiciste: Giua, cantautrice alla chitarra e le percussioni, Barbara Casini, specializzata nella musica brasiliana, percussionista e chitarrista, Alessandra Abbondanza, cantante jazz e soul che suona la fisarmonica e il basso, Anais Drago, cantante e violinista sia classica sia jazz.
Con La buona novella Marcorè e Gallione rinnovano il loro sodalizio artistico nel nome del cantautore genovese che li ha visti insieme, tra il 2016 e il 2018, nello spettacolo Quello che non ho. Ma a cui si sono dedicati anche separatamente. Gallione mettendo in scena nel 2000 proprio La buona novella con l’interpretazione di Claudio Bisio, Marcorè portando nei palcoscenici italiani la musica di De André per almeno dieci anni.
La buona novella di Fabrizio De André con Neri Marcorè. Drammaturgia e regia Giorgio Gallione. Arrangiamenti e direzione musicale Paolo Silvestri. Con Rosanna Naddeo, Giua, Barbara Casini, Anais Drago, Francesco Negri, Alessandra Abbondanza. Scene Marcello Chiarenza. Costumi Francesca Marsella. Luci Aldo Mantovani. Produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Carcano, Fondazione Teatro della Toscana, Marche Teatro. Al Teatro Carcano di Milano fino al 23 aprile.