Un tuffo nell’immaginario anni Sessanta: è la mostra Roy Lichtenstein: the Sixties and the history of international Pop art dedicata uno dei più importanti artisti americani della Pop art internazionale e allestita in occasione del centenario della sua nascita, nelle sale del Castello a Desenzano sul Garda (Brescia).
L’esposizione, curata da Matteo Vanzan, presenta 60 opere di Roy Lichtenstein e di alcuni dei principali interpreti del rinnovamento artistico degli anni Sessanta.
Lichtenstein è stato protagonista, assieme ad Andy Warhol, del ritorno alla figurazione negli anni Sessanta dopo la stagione Informale. Le sue opere si rifanno a un immaginario collettivo fatto di oggetti di consumo quotidiano, pubblicità, giornali, riviste e fumetti, personaggi della Walt Disney, “rispondendo” si legge nelle note di presentazione “alla necessità di spersonalizzare l’opera d’arte dai suoi più intimi significati non essendo, come dichiarato dall’artista stesso, interessato a divulgare tematiche che insegnino qualcosa alla gente, o che cerchino, in qualche modo, di migliorare la società”.
«Il percorso espositivo» spiega Matteo Vanzan «è strutturato per offrire una panoramica sull’opera di Lichtenstein e della sua celebre tecnica pittorica che, in linea con le ricerche warholiane, mira ad associare la creazione artistica a un vero e proprio prodotto industriale partendo però sempre dal disegno, di cui abbiamo un esemplare esposto in mostra. La tecnica dei punti Ben Day, il cui nome deriva dall’illustratore e stampatore del XIX secolo Benjamin Henry Day che li ha introdotti per la prima volta, ha portato Lichtenstein a una riconoscibilità immediata all’interno del sistema dell’arte contemporanea facendolo diventare uno degli artisti più amati del secondo Novecento».
In mostra sono presenti alcuni dei lavori più conosciuti come Crack! del 1963 (in alto sotto il titolo) usato come manifesto pubblicitario per annunciare la mostra di Lichtenstein alla Leo Castelli Gallery; As I open fire del 1967, Drowing Girl del 1987 edito dal MoMA di New York e tratto dal racconto Run for Love! della DC Comic. Esposti anche gli omaggi a Pablo Picasso e Carlo Carrà con The red horseman del 1975.
Oggi le opere Pop art di Roy Lichtenstein si possono ammirare nelle principali gallerie d’arte e musei, tra cui il Museum of Modern Art di New York, la National Gallery of Art di Washington, l’Art Institute di Chicago e la Tate Modern di Londra.
L’esposizione al Castello di Desenzano del Garda ha anche un interessante “aspetto emozionale”, con l’obiettivo di trasportare il visitatore all’interno di un’epoca intramontabile: film, documentari come Woodstock, e una ricca colonna sonora con brani di Beatles, Rolling Stones, Jimi Hendrix, The Who, Janis Joplin e molti altri.
E ancora: «Abbiamo voluto rendere omaggio» dice Vanzan «ad alcune delle personalità più importanti dell’arte degli anni Sessanta come il vincitore del Gran Premio della Biennale di Venezia del 1964 Robert Rauschenberg. E poi Andy Warhol, l’inglese Joe Tilson, Jim Dine, il Nouveau Réalisme con Arman, Yves Klein e Mimmo Rotella».
La mostra Roy Lichtenstein: the Sixties and the history of international Pop art, organizzata dall’assessorato alla cultura e prodotta da MV Eventi, è aperta tutti i giorni, tranne il lunedì, al Castello di Desenzano del Garda (Brescia) fino al 16 luglio. Si possono prenotare visite guidate scrivendo a mv_eventi@yahoo.it
I biglietti si acquistano anche online.
In apertura: Roy Lichtenstein, CRACK, 1963-64 Litografia Firmata