Ulisse da vecchio a Itaca. Reduce dalla guerra di Troia ha dovuto fare i conti con la moglie Penelope che non l’ha accolto proprio a braccia aperte, probabilmente lo odia: lei quella guerra l’ha patita in silenzio e senza gloria nella casa occupata dai Proci per vent’anni… anzi trenta, calcolando il viaggio di ritorno del marito-eroe occupato in avventure estreme oltre gli orizzonti conosciuti.
Sull’isola sono tutti ostili a Odisseo (“colui che è odiato”, nomen omen): le madri ormai vecchie e i figli dei compagni che lui ha portato a morire a Troia. “La guerra doveva essere veloce e fatta di gesta su cui costruire leggende eterne; e invece”, riflette il vecchio guardando il mare che l’ha portato ai confini del mondo e poi l’ha riportato a casa, unico superstite, “è stata lunga e ha causato morte distruzione e odio”.
«Ho visto in Ulisse un eroe triste, un vecchio che non capisce cosa sta avvenendo, non capisce perché dopo la sua assenza non venga più riconosciuto come il re dell’isola», dice Patrizio Bianchi, autore del libro Le guerre di Ulisse, ora anche “libretto” dell’omonima opera musicale andata in scena in una serata straordinaria al teatro Abbado di Ferrara.
In questa “opera contemporanea” l’astuto Ulisse tessitore di trame truffaldine, suggeritore del casus belli iniziale – l’incontro tra Elena e Paride – e del trucco finale – quel marchingegno di cavallo che ha fatto cadere Troia –, appare un uomo stanco deluso e smemorato. Chi l’ha vinta, la guerra innescata per conquistare la città di Troia invidiata dagli Achei perché troppo “ricca e splendente”, lui non se lo ricorda più (“probabilmente i Greci: tanti morti fuori casa sanno spargere i Greci solamente” gli fa dire Iosif Brodskij nella poesia Odisseo a Telemaco). Comunque ora a Itaca il vecchio Ulisse di fronte al mare comincia a chiedersi se davvero l’impresa sia stata epica e gloriosa come aveva creduto.
Chi invece ha le idee chiare è Penelope: la guerra lascia solo perdenti, alla fine, da una parte e dall’altra nessuno mai la vince davvero; non c’è senso, nelle guerre, ma solo interessi economici, il vero motivo, più o meno nascosto dei conflitti antichi e attuali.
Le guerre di Ulisse è un singolare progetto che mette insieme letteratura, musica e recitazione creando un nuovo genere di opera moderna “collettiva”: sullo sfondo del mare gran protagonista sempre presente nei 19 quadri della scenografia, tutti gli interpreti sono allo stesso modo protagonisti. Dalla voce recitante di Luca Violini (Ulisse), al coro, “la voce del popolo” della tragedia greca – qui il Coro Accademia Vittore Veneziani diretto da Teresa Auletta.
Al pianoforte, Frida Bollani Magoni, diciannovenne figlia d’arte (genitori il pianista Stefano Bollani e la cantante e attrice Petra Magoni), esegue e canta alcuni pezzi che lei stessa ha composto in aggiunta al testo di Bianchi e alle musiche originali di Marco Somadossi. Compositrice, pianista, cantante, Frida in scena sembra una creatura scesa sulla terra da un qualche lontano universo fatto di suoni. Si dice contenta di avere “l’orecchio assoluto”: il dono che la natura le ha dato in cambio della vista che non ha, le note sono i suoi colori. Quando fa musica diffonde luce intorno a sé senza sapere cos’è la luce: ipovedente dalla nascita, ha iniziato a suonare il pianoforte a sette anni imparando la notazione musicale in Braille. Ha in curriculum l’album Primo Tour, esibizioni con Roberto Bolle a Milano, al Quirinale davanti a Mattarella, apparizioni in tv, anche in Via dei Matti numero 0, trasmissione musicale cult condotta da Stefano Bollani e da Valentina Cenni su Raitre (di nuovo in onda dal prossimo 18 dicembre). E adesso il sogno di Frida è quello di “girare il mondo suonando”.
La Banda Giovanile John Lennon diretta da Mirco Besutti è una compagine musicale di cento ragazzi tra i 13 e i 25 anni, un’esperienza, forse unica in Italia, nata nel 1998 nell’ambito della Fondazione Andreoli di Mirandola in Emilia-Romagna, che include persone con disabilità. “Dove tutti hanno la stessa importanza, anche quelli che suonano poche note”, afferma il fondatore Besutti che ha accompagnato la Banda negli innumerevoli concerti in giro per il mondo. La John Lennon ha collaborato tra gli altri, con Davide Riondino, Nicola Piovani e con la Piccola Orchestra Avion Travel.
Un’opera nuova. Giovani. Energia. Musica. Ah, la musica: qualche volta viene da pensare che potrebbe persino fermare le guerre.
- Jonne Bertola, giornalista milanese. Autrice del romanzo Swinging Giulia, di Piacenza (Morellini) e di Di chi è questo corpo (Luoghinteriori)
Nella foto di apertura, Mirco Besutti, fondatore e direttore della Banda John Lennon, con Luca Violini, voce recitante di Ulisse (credit; Marco Caselli Nirmal). Per saperne di più, qui