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Inshallah a Boy di Amjad Al Rasheed. Un film per le donne della Giordania

(Riceviamo e volentieri vi segnaliamo) Esce il 14 marzo nelle sale italiane, distribuito da Satine Film, Inshallah a Boy. Il film racconta una storia della Giordania di oggi. Nawal, è una giovane sposa e madre che, rimasta improvvisamente vedova, si ritrova a combattere per il suo diritto all’eredità del marito, cioè conservare la propria casa e tenere con sé la piccola figlia Nora, in una società dove avere un figlio maschio cambia le regole del gioco e sembra essere, per una donna, l’unica tutela.

Dice il regista Amjad Al Rasheed Inshallah a Boy è una storia di sopravvivenza, di emancipazione e di speranza. Con questo film ho voluto denunciare l’oppressione imposta da una società patriarcale e invitare il pubblico a riflettere”.

Da dove nasce l’idea del film? “Sono cresciuto circondato da donne. Quando ero piccolo, in mia presenza parlavano apertamente dei problemi che avevano con i loro mariti, pensando che non ascoltassi o fossi troppo piccolo per capire. Così sono stato testimone di come la nostra società e la nostra cultura si aspettano che le donne accettino senza batter ciglio comportamenti abusivi da parte di uomini che dettano loro ciò in cui credere e come comportarsi. Questo mi ha fatto capire, in giovane età, come le donne debbano affrontare un modello oppressivo e come questo atteggiamento venga normalizzato”.

Questo film non parla solo di una legge, ma mostra anche una società patriarcale violenta e sistemica.“Esattamente. Non credo che il film riguardi soltanto la società giordana. Affronta le disuguaglianze e le violenze imposte alle donne in tutto il mondo. In Giordania affronto questa disposizione della Sharia, ma potrei fare un film in Europa e parlare del divario salariale. Su scala globale, ci sono molte regole e leggi che fanno sì che le donne si sentano inferiori, ed è questa l’ ingiustizia che ho voluto denunciare”.

Amjad Al Rasheed, regista e scrittore giordano nato nel 1985, ha conseguito un MFA (Master of Fine Arts) in Arti Cinematografiche specializzandosi in regia e montaggio. Nel 2016 è stato selezionato da Screen International come uno dei cinque Arab Stars of Tomorrow, che mette in luce i giovani talenti emergenti della regione. Ha partecipato al Talent Campus durante la Berlinale dopodiché ha diretto cortometraggi che hanno ottenuto nomination e vinto premi in vari festival cinematografici arabi e internazionali.

Primo film giordano presentato al Festival di Cannes, nella sezione Semaine de la Critique dove ha vinto il prestigioso Premio Gan per la distribuzione e il Premio Rail d’Or, già vincitore del Premio La Biennale di Venezia Final Cut in Venice come Migliore work in progress e Candidato all’Oscar per la Giordania, Inshallah a Boy, ha colpito la critica e il pubblico di tutto il mondo durante le numerose presentazioni nei festival internazionali collezionando numerosi premi per l’opera e per la splendida interpretazione di Mouna Hawa nel ruolo della giovane mamma Nawal.

Dopo le rivolte guidate dalle donne in Iran contro la polizia morale e la lenta liberalizzazione che si sta avviando in Arabia Saudita, con Inshallah a Boy, Amjad Al Rasheed contribuisce, in una confezione cinematografica di finzione verosimile e avvincente, a consolidare la nuova attenzione e solidarietà globale che sta emergendo verso i diritti delle donne nei regimi patriarcali, focalizzandosi sul tema poco conosciuto della “proprietà” che, secondo la realtà giuridica che segue la Sharia, viene conside rata di dominio esclusivamente maschile, impedendo così alle donne di avere diritti ereditari.

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