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Schama. Corpi estranei e la storia del pregiudizio no-vax

Una terribile epidemia di origine ignota, il panico tra le popolazioni di mezzo mondo, le autorità politiche in preda alla confusione, misure drastiche di contenimento del contagio contrastate e mal rispettate, i primi vaccini, l’ostilità a farsi iniettare “sostanze estranee”, medici osteggiati da malati e (ancora per poco) da sani che diffidano della scienza.

No, non siamo nei tre anni di pandemia da Covid-19, l’epoca è il 1700, quando in Europa, e non solo, imperversava il virus del vaiolo: spesso mortale, quasi sempre deturpante. E rimedio non c’era.  O meglio: nei paesi arabi, che da anni ben conoscevano il virus, c’era l’abitudine di prelevare dalle pustole dei malati frammenti di materiale infetto e inocularlo sottopelle ai sani. Che, quando si ammalavano, sviluppavano una forma non grave della malattia, senza quelle orribili cicatrici che marchiavano a vita chi ne era stato colpito.

Ci fu da lottare, e tanto, e solo con immensa fatica e convinzione e perseveranza quei pochi medici del tempo che avevano accettato l’usanza dei paesi “barbari e selvaggi”, e cercavano di convincere le persone a farsi inoculare, riuscirono alla fine a diffondere la pratica di quelle prime immunizzazioni.

In fondo, all’epoca era una resistenza comprensibile: i vaccini che vennero poi messi a punto (anche contro il colera, e la malaria) erano sperimentali, e va a sapere quali effetti collaterali avrebbero potuto dare nel tempo, e chissà come agivano di preciso negli organismi, e poi valli a capire quei medici che sostenevano un’idea talmente controintuitiva (come poteva una malattia essere sconfita introducendo materiale proveniente dalla stessa infezione?) da sembrare follia. C’era di sicuro lo zampino del diavolo, che lavorava in combutta con gli scienziati: più “poteri occulti” di così…

A raccontare paure antiche e irrazionali, ostinazioni autolesionistiche e ideologie del sospetto, facendone un inevitabile e sconfortante confronto con no-vax e complottisti dei giorni nostri, è Simon Schama, scrittore e saggista americano che alla Columbia University insegna Storia (e anche Storia dell’arte) nel libro Corpi estranei (Mondadori): una cavalcata nel 18° e nel 19° secolo, quando pregiudizi, timori, superstizioni, e le solite divisioni politiche tra i vari paesi, a lungo sabotarono la protezione medica nei confronti dei peggiori microbi di allora.

E lo fa rievocando la vita di solitari eroi (primo fra tutti, lo scienziato ebreo Waldemar Haffkline) che dedicarono l’esistenza a iniettare i primi vaccini a coloro che – pochi – si fidavano di loro, combattendo contro l’ostilità dei governi, dei medici  locali, della Chiesa, contro l’utilizzo di rimedi improbabili delle tradizioni locali che non servivano a niente quando addirittura non peggioravano le condizioni dei malati.

Di personaggi ne incontriamo tanti, e di luoghi anche, dove fogne a cielo aperto, fiumi di melma e rifiuti organici, baracche superaffollate di povera gente, e cadaveri abbandonati per strada, sotto il sole cocente e in mezzo a ignobili porcherie, erano il ricettacolo ideale che qualsiasi virus avrebbe desiderato per colpire e diffondersi senza alcun contrasto.

Mentre proseguiamo nella lettura, viene da chiedersi com’è stato possibile credere a palesi assurdità, ostinarsi a negare l’origine virale o batterica di quelle malattie nonostante le prove andassero accumulandosi (l’ipotesi  corrente era che fossero portate da «miasmi»), insistere nel non vedere che, tra i vaccinati, la mortalità era palesemente più bassa rispetto ai non vaccinati.

E intanto che ce lo chiediamo, sappiamo già la risposta: siamo rimasti, oggi, quelli di quattro secoli fa. Malfidenti, ideologizzati, nutriti di pregiudizi e sospetti. Tecnologicamente avanzati, certo, e scientificamente evoluti. Ma pronti non solo e non tanto ad avanzare dubbi (attività indispensabile in ogni sapere, e soprattutto nella scienza) ma a prendere a randellate ogni certezza acquisita, ogni statistica evidente, ogni progresso accertato, a demonizzare ogni scienziato che spiega e argomenta, a dileggiare ogni competenza raggiunta dopo anni di studi e ricerche.

Simon Schama

“Per i più frenetici allarmisti” scrive alla fine del saggio Schama “i paladini della vaccinazione sono demoni che si aggirano tra noi in camice da laboratorio, travestiti da scienziati politicamente neutrali. Ogni tanto appaiono in pubblico, accanto a funzionari dello Stato che, mediante qualche arte oscura, hanno convinto ad agire in modi che limitano le libertà, restringono lo spazio della vita quotidiana e interferiscono in decisioni che di diritto appartengono agli individui e alle famiglie”.

Nel frattempo, colera, vaiolo, malaria, Hiv, Ebola, Covid-19 (e domani qualche altro intraprendente virus) hanno, e avranno, vita facile. “Questa storia” conclude Schama “non è destinata a finire presto. Sarebbe naturalmente d’aiuto se le due crisi interconnesse della nostra epoca – la salute dei nostri corpi e la salute della Terra – potessero liberarsi dello specchio deformante della politica populista. Ma se avete seguito la storia fin qui, saprete che ciò accade di rado, o forse mai”.
Nella foto di apertura, Trionfo della morte, galleria di Palazzo Abbatellis, Palermo (1446)
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