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Allonsanfàn
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Lettere dal ristorante di Rothko

Carissima Charlotte,
mi manchi tanto. Qui è dura: alla mattina seguo le lezioni alla League, il pomeriggio torno a casa, dormo qualche ora e poi alla sera, fino alle due, sono a servire hamburger e chili da Mel. Ogni giorno passo almeno un paio d’ore in metropolitana. Però New York è bellissima, non vedo l’ora che tu possa vederla.
Il professor Brown mi incoraggia, dice che ho talento. Per fortuna spendo poco per i corsi qui alla Art Student League. Lo stipendio è davvero basso, ma quando non ci sono clienti posso disegnare. Mel mi chiama Van Gogh. Due notti fa ho venduto un ritratto a un cliente: mi ha dato un nichelino. Lo voglio conservare: sarà il mio portafortuna.
Ti amo.
Tuo Jack

Carissima Charlotte,
mi è servito fare il cameriere nel ristorante di zia Judith a Baltimora. Non lavoro più da Mel. Mi hanno assunto al Four Seasons a Park Avenue: è il più bel ristorante di Manhattan. Lo hanno aperto da nemmeno un anno. Pensa che è stato progettato da uno dei più importanti architetti tedeschi. È splendido, sembra un tempio, tutto vetro e bronzo.
E anche il ristorante è stato progettato dagli stessi architetti. Per dividere le due sale c’è il sipario che Picasso ha disegnato per un balletto a Parigi e su una parete c’è un grande quadro di Jackson Pollock.
È incredibile essere qui. Due sere fa sono venuti a cena Katharine Hepburn e Spencer Tracy. Ieri c’era il sindaco di New York. Tra tre giorni ci sarà il compleanno di Rockfeller. In mezzo a una delle due sale c’è una piscina e agli angoli quattro alberi che cambiano quattro volte l’anno, a ogni stagione. Qui non ho più tempo di disegnare. E dormo sempre poco. Però il nichelino sta funzionando.
Ti amo.
Tuo Jack

Carissima Charlotte,
ieri sera sono venuti a cena Mark Rothko e sua moglie e li ho potuti servire io. I suoi quadri mi interessano molto, anche se sono così diversi dalle cose che dipingo io. A volte sono inquietanti. Dicono che tra qualche settimane saranno finalmente pronte le grandi tele che ha dipinto per il ristorante. Sembra che per questo lavoro verrà pagato 35mila dollari. È così strano immaginare i suoi quadri nel ristorante.
Rothko fuma di continuo. Mentre gli ho portato l’aragosta, gli ho detto che sto studiando alla League: so che c’è stato anche lui. È stato gentile. Io gli ho detto che sono felice che ci saranno i suoi quadri. Mi ha guardato con un’aria strana.
Ti amo.
Tuo Jack

Di dove sei ragazzo?
Di Baltimora. La mia fidanzata Charlotte vive ancora lì, ma presto verrà anche lei a New York.
E porteresti Charlotte a cena qui?
No di certo, non potrei mai permettermelo, signor Rothko.
Ecco, mi fa arrabbiare dipingere qualcosa che tu e Charlotte non potreste mai vedere. Dipingere qualcosa solo per i più ricchi bastardi di New York che vengono qui a mangiare e a farsi vedere.
Con tutto il rispetto, signore, sapeva che ristorante era.
Hai ragione. Ma sono stato tentato dall’idea di intrappolare questi stronzi in una stanza dove tutte le porte e le finestre fossero murate. E ho dipinto i quadri così, per rovinare loro l’appetito. Ma ora non lo so…

Caro Jack,
stamattina è arrivata una ditta di trasporti e mi ha consegnato un quadro. Per te e per me. Nel biglietto c’è solo la firma: Rothko.

Mark Rothko nel 1949 (foto di Consuelo Kanaga)

Nella foto in alto, i quadri di Mark Rothko della serie Seagram Murals, alla Fondation Louis Vuitton di Parigi nel 2024. Erano stati commissionati per il ristorante Four Seasons nel Seagram Building of New York.

  • Luca Billi ha pubblicato il romanzo Anything Goes (Villaggio Maori Edizioni). Anything Goes è anche uno spettacolo teatrale. Per tenersi informati, qui

 

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