“Cresciamo con la confortante narrazione che dopo ogni tempesta c’è un arcobaleno, che ogni caduta è seguita da una risalita, che dal dolore nasce la forza e dalla sofferenza la redenzione. La realtà è che camminiamo su un arazzo complesso, intrecciato da fili di speranza e disperazione; di nostalgie spietate, successi improvvisi e fallimenti annunciati; trame che non prevedono trasformazioni magiche del male nel bene, del tormento in beatitudine.
Non esiste, ne sono certo, alcuna legge universale che garantisce che il grande fallimento sia seguito da una altrettanto grande rinascita. Siamo noi, uomini fallaci, che abbiamo bisogno di questa favola per infondere un senso di giustizia in un mondo che spesso ne è privo. La verità è che il dolore spesso è solo dolore…
Se ti dedichi a conoscere chi sei… si spalancheranno infinite possibilità. Tra queste forse anche quella che tu la smetta di desiderare di essere altro da te stesso”.
È in questi passi di Prima di essere prìncipi (Salani editore) il senso di quanto Niccolò Agliardi, 50 anni, cantautore e molto altro, esprime in un racconto che di fatto è quello della sua vita.
Agliardi è l’autore della colonna sonora della fortunata serie tv Braccialetti rossi. Con Laura Pausini e Diane Warren ha scritto Io sì (Seen), canzone candidata al premio Oscar e vincitrice di un Golden Globe e di un Nastro d’Argento. In Prima di essere prìncipi dialoga con Roberto Vecchioni (il “prof” come lo chiama). E con Sam, suo figlio affidatario. Ma nel libro c’è soprattutto lui, Niccolò, che si racconta con una sincerità che colpisce. Mettendo in evidenza il potere della parola capace di far luce nel buio di chi è perennemente alla ricerca di se stesso.
Compie 50 anni Agliardi e a quel compleanno segue la consapevolezza di dover fare i conti con i suoi sogni: quelli realizzati, quelli caduti e persi, quelli appena nati e pronti a prendere forma. Con lui, intorno a un tavolo per una cena organizzata da mesi, il figlio Sam, 20 anni e un passato doloroso, che si chiede come trovare il proprio posto in un mondo difficile da interpretare. E Roberto Vecchioni, insegnante e cantautore, a tentare una risposta che parte da una lettera scritta a Niccolò tanti anni prima. Uno di fronte all’altro, con i desideri, le paure e le certezze provvisorie di tre diverse generazioni, Niccolò, Sam e il prof. danno vita a un dialogo che non fa sconti, affrontando desideri, paure e certezze provvisorie.
«Nell’illusione del subito, quello a cui ciascuno di noi resta aggrappato, dai primi vagiti fino a quando la vita non ci serve sonori schiaffi di realtà, vorremmo che i nostri desideri si sistemassero con la stessa velocità con cui li formuliamo. Invece bisogna stare molto attenti ai sogni che si fanno: potrebbero pure avverarsi e magari con anni di ritardo. È proprio allora che tocca farsi trovare pronti».
Voleva diventare un cantautore di successo Agliardi. Ci ha provato per anni. Per poi prendere una strada parallela, quella di autore, che al successo lo ha portato davvero, anche se diverso da quello sognato da ragazzo. Racconta: «Il mio scrivere canzoni per altri è stato una salvezza. Sentivo di non essere abbastanza talentuoso per essere il messaggero di me stesso. Immaginare per gli altri, intercettare le loro storie, cercare di identificarmi in loro e capire il significato delle mie parole – capire attraverso la loro voce – è stata davvero la mia personale rivoluzione: Il modo con cui ho trovato il mio posto. Non dover essere al centro della scena è stata la mia indennità. Così ho lasciato andare un sogno che non rispecchiava più l’uomo che stavo diventando, mentre lentamente guarivo. Ho capito che perdere non è la fine di tutto, ma solo la fine di un certo modo di pensare. Ho iniziato a sperimentare nuove idee, ad applicarle alla mia passione per le storie degli altri. Sono cresciuto e, nei momenti più fortunati, ho anche imparato qualcosa di più su me stesso. E ho avuto anche la prontezza di sentirmi sconfitto prima di percepire la paura che fossero gli altri a vedermi così. E non è andata poi tanto male. A volte, il coraggio di porre fine a qualcosa supera quello necessario per continuare la storia, e che qualcosa non vada o non funzioni fa parte del mistero della vita».
C’è molto altro nel libro. Molto di Agliardi innanzitutto. Ma anche di Roberto Vecchioni, che parla della morte autoinferta del figlio Arrigo. E del giovane Sam che si interroga sul mondo.
E questo fa sì che in Prima di essere prìncipi ci si ritrovi un po’ tutti, almeno in parte. Perché tutti nella vita annaspiamo tra cadute e risalite, paure e desideri, sconfitte e successi.