In tutte le guerre ci sono uomini, donne e bambini che hanno bisogno di aiuto perché feriti gravemente. Le fotografie della mostra From the Ashes, I Rose من الرماد نهضت – Un viaggio nell’ospedale di Medici Senza Frontiere in Giordania, scattate dalla documentarista Rehab Eldalil, racconta i feriti dei conflitti in Medio Oriente, da Gaza alla Siria, dallo Yemen all’Iraq, ricoverati nell’ospedale di chirurgia ricostruttiva di Msf ad Amman.
La mostra, inaugurata il 21 novembre e realizzata in collaborazione con il festival Cortona On The Move con il patrocinio del Comune di Milano, è curata da Paolo Woods e Kublaiklan, e rimarrà aperta fino al 1° dicembre alla Sala Colonne della Fabbrica del Vapore di Milano.
Il progetto fotografico ha vinto il premio Lucie Foundation 2024 e racconta le storie dei pazienti (negli ultimi 18 anni oltre 5.000) che hanno subìto ustioni e amputazioni e che hanno affrontato un percorso di riabilitazione nell’ospedale di Msf, diventato luogo di rinascita e non soltanto di cura.
Accanto a ogni foto c’è “la firma” del paziente ritratto, una poesia o un disegno o anche uno scatto arricchito con il diamont painting, tecnica terapeutica psicologico-riabilitativa efficace per alleviare lo stress utilizzata dal team di Msf ad Amman.
«Il mio lavoro testimonia la resilienza, la forza e le capacità dei pazienti dell’ospedale di Msf. Insieme al personale hanno formato una comunità che si ispira e si rafforza a vicenda, che trasforma le difficoltà e le esperienze in superpoteri che si irradiano oltre i corridoi» dice la 35enne egiziana Rehab Eldalil, vincitrice del World Press Photo Award 2022 e di numerosi altri premi.
Aggiunge Chiara Magni, responsabile public engagement di Msf: «Le foto esposte mostrano gli effetti devastanti dei conflitti armati sui civili non da una prospettiva di sofferenza ma di voglia di rinascita, mostrando come profonde ferite fisiche e psicologiche possano trasformarsi in simboli di resilienza».
Nell’ospedale di Amman di Medici Senza Frontiere, in funzione dal 2006, i servizi di chirurgia ortopedica, plastica e fisioterapica sono integrati a un’attività di supporto alla salute con l’obiettivo di “ricucire” le vite delle vittime di conflitti in Medioriente. Dal 2016 viene utilizzata anche la stampa 3D per creare protesi che consentano ai pazienti di ritrovare la loro autonomia.
La mostra è aperta dalle 11 alle 19 (ultimo ingresso alle 18). La visita è gratuita ma occorre prenotarsi cliccando qui.
Foto in apertura: Shams, 12 anni, irachena, con la mamma, entrambe ferite dieci anni fa da un’esplosione. Shams ha riportato ferite al viso, al collo e alle mani con la perdita parziale della vista e del movimento della mano. Grazie a Msf ha seguito un percorso di riabilitazione. © Rehab Eldalil