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Dallas 1963. Il presidente e l’uomo con l’ombrello

Il 22 novembre 1963 a Dallas era una bellissima giornata di sole, così bella che i consiglieri del presidente Kennedy decisero di usare un’auto scoperta. Decisione che si rivelerà fatale.

Nonostante la giornata di sole, tra la folla che seguiva il corteo presidenziale, c’era un uomo con un ombrello nero aperto.

Quell’uomo – presto indicato dalla stampa come “The umbrella man – si vede chiaramente anche nel filmato amatoriale girato quel giorno, con una piccola telecamera 8mm, da Abraham Zapruder, uno dei filmati più visti, analizzati e commentati del mondo (nella foto in alto, siamo subito dopo l’attentato, sulla destra ci sono due uomini seduti sul bordo del marciapiede. “The umbrella man” è quello con la giacca scura).

Su quell’uomo e sul suo ombrello si scatenarono le ipotesi, alcuni pensarono a un segnale in codice per l’attentatore, altri che quell’ombrello fosse in realtà un’arma. Ancora oggi, se fate un giro nella rete, potete vedere che quel dibattito non si è ancora spento. Potete trovare il progetto del fucile-ombrello usato dall’attentatore, secondo una di queste ricostruzioni: un aggeggio degno di Q.

Nel 1978 la seconda commissione d’inchiesta sull’omicidio Kennedy fece un appello affinché “The umbrella man si presentasse e spiegasse i motivi della sua presenza là e soprattutto perché avesse aperto l’ombrello proprio mentre si avvicinava l’auto del presidente.

Quell’uomo era Louie Steven Witt che si presentò davanti alla commissione, portando con sé l’ombrello. La sua spiegazione fu davvero curiosa.

Quel giorno a Dallas

Witt con quel gesto voleva fare un’azione di protesta contro il padre del presidente, Joseph Kennedy, che era stato ambasciatore nel Regno Unito dal 1938 al 1940. In quel periodo, specialmente nei mesi che precedettero lo scoppio del secondo conflitto mondiale, l’ambasciatore Kennedy sostenne con convinzione la politica di appeasement del primo ministro Neville Chamberlain, che tentò in ogni modo di evitare che il suo paese entrasse in guerra contro la Germania di Hitler, accettando di fatto le annessioni tedesche a danno dei paesi dell’Europa centrale.

Secondo un’opinione corrente, l’arrendevolezza mostrata in quei mesi dalla Gran Bretagna spinse Hitler a sempre maggiori rivendicazioni, dandogli l’impressione che non avrebbe avuto ostacoli nel suo disegno di dominare l’Europa. L’atteggiamento di tacito sostegno della Gran Bretagna al regime fascista in Italia e a quello di Franco in Spagna, in chiave anticomunista, andava in quella stessa direzione.

Nonostante i tentativi di Chamberlain si arrivò comunque al disastro della guerra mondiale.

Nei polemisti di quegli anni l’ombrello nero divenne il simbolo negativo della politica di Chamberlain. C’è ad esempio una vignetta dell’epoca in cui si mostra la belva tedesca, dopo che ha mangiato il pavido Chamberlain, lasciando solo ombrello e cilindro

Witt decise quel giorno, con quel suo gesto solitario e anacronistico, di ricordare al presidente tutto questo.

Louie Steven Witt (dal sito Find a Grave)

Con una notevole ironia “The umbrella man disse: “Se nel Guinness dei primati ci fosse una categoria delle persone che si trovavano nel posto sbagliato nel momento sbagliato a fare la cosa sbagliata, sarei primo in classifica con distacco infinito”.

  • Luca Billi ha pubblicato il romanzo Anything Goes (Villaggio Maori Edizioni). Anything Goes è anche uno spettacolo teatrale, per saperne di più qui
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