Da qualche parte nei boschi (in the Woods!) dell’Oregon, quindi per una volta non negli Appalachi, viaggiano due giovani perbene, freschi di college e quasi promessi sposi. Sappiamo da subito che siamo in un horror – anche se non avessimo visto la mattanza che precede i titoli di testa – perché: lui ha l’inalatore per l’asma, lei dice che il cellulare proprio non prende.
Nel lercio posto ristoro in mezzo alla natura matrigna dove incautamente i due si fermano per uno spuntino, va immediatamente in scena il confronto sociale tra ricco straniero e miserabile ma rancoroso indigeno. L’illusoria vita privilegiata dei cittadini borghesi, laureati il legge, incontra e si scontra con il ghigno dei devoluti hillbillies del popolaccio, portatori di una sfiducia totale nell’altro da sé. È ovvio che loro non hanno il menu vegetariano chiesto da lei: al meglio, potrà consumare un cheeseburger senza carne… Tutto okay, ma poi: l’automobile della coppia ovviamente non riparte, e i due “ragazzi bene” devono passare la notte in uno chalet consigliato loro da un fetente meccanico.
Incomincia una lunga notte. Un Kammerspiel dell’orrore, en attendant i mostri, come se i mostri fossero degli incattiviti e regrediti Godot beckettiani, che però arrivano davvero. Annunciati da una sconosciuta svalvolata che bussa più volte alla porta, e domanda: c’è Tamara? Ma chi sarà, Tamara? Mentre ce lo domandiamo, si presentano i mazzieri con maschere da fumetto o in ruvida tela di sacco…
Significato profondo e involontariamente politico, secondo me: nessuna élite è al sicuro nell’America di Trump. Dirige The Strangers – Capitolo 1 quella vecchia lenza di Renny Harlin, filibustiere del commerciale cinema adrenalinico, che aveva già trattato di stranieri e indigeni sull’isola di Nella morsa di un serial killer.
Harlin promette altre due puntate di The Strangers, il quale altro non è – e lo avranno subito capito gli aficionados del genere – che lo scolastico remake della saga di Bryan Bertino, inaugurata con la pellicola omonima del 2008 – Bertino rimane accreditato come autore del soggetto, “basato su una storia vera”, ma a sua detta ispirato da Charles Manson. I miti horror si costruiscono e riscostruiscono puntandoci sopra e fottendosene dei cliché. È un caso che l’odierna protagonista femminile, la youtuber Madelaine Petsch assomigli a Geena Davis, fiamma antica di Harlin (nell’originale era Liv Tyler)?