In Piccole cose come queste (Small Things Like These), tratto dal romanzo di Claire Keegan, un’Irlanda apparentemente senza tempo – isola incantata o stregata – si apre allo sguardo tra pensoso e stuporoso di Cillian Murphy, il quale fa gran uso dei suoi enormi occhi blu ghiaccio, specie dopo aver vinto l’Oscar con Oppenheimer, prestandoli a un carbonaio cauto e gentile.
Siamo a New Ross, 1985 (quasi ieri, ma noi credevamo un secolo fa!). Bill Furlong-Cillian Murphy col suo camioncino commercia in carbone e rifornisce tra gli altri il convento del paese. Taciturno, sgobbone, ha dedicato una vita al lavoro, alla moglie Eileen e alle cinque figlie per cui sta preparando un dignitoso futuro di studi.
Quando però Furlong scopre un atroce segreto, una ragazza nascosta nel convento diretto da Suor Mary – la gelida e molto cortese ma in realtà spietata Emily Watson, giustamente premiata alla Berlinale con l’Orso d’Argento -, i ricordi più dolorosi del suo passato di trovatello tornano a galla. Dopo notti tormentate e giornate di lavoro vissute da zombie – gli occhi blu ghiaccio di Cillian si imbambolano spesso – arriverà per lui il momento di decidere se voltare il capo o sfidare il silenzio colpevole di un’intera comunità… Il film è dedicato, con toni malinconici e sentimentali assai diversi da quelli del film del 2002 firmato Peter Mullan, alle sventurate Magdalene Sisters.
Ha detto Tim Mielants, regista di Small Things: “Furlong vive una sorta di vuoto esistenziale, combinato con un’estrema vulnerabilità. È il tipo di persona che cerca di proteggersi e di tenersi tutto dentro…”. Vero.
Così Keegan lo ritrae nel libro edito da Einaudi Stile Libero: “Certe sere, a letto con Eileen, Furlong rifletteva su piccole cose da nulla come queste. Altre volte, dopo una dura giornata passata a scaricare, o in ritardo per via di una gomma bucata che l’aveva costretto a bagnarsi fino al midollo lungo la strada, arrivava a casa, si riempiva la pancia e crollava a letto presto, poi si svegliava nel cuore della notte e sentiva Eileen sprofondata nel sonno al suo fianco, e a quel punto rimaneva lí sdraiato con la mente che girava a vuoto, in preda all’agitazione, e infine era costretto a scendere al piano di sotto per mettere su il bollitore e farsi un tè”. E noi ci ritroviamo di nuovo, con film e libri, nel Paese del buon vecchio William Trevor se non ancora in quello di Sally Rooney…
A margine. Keegan è autrice anche di The Quiet Girl, da cui è stato tratto il film omonimo candidato all’Oscar e che, per l’uso di mezzi toni, la lentezza e il sapiente tocco minimalista assomiglia molto a questo. Buona visione e buona lettura!