Strange Darling di JT Mollner. Ovvero: prendi una storia di serial killer, spacciala subito per autentica, montala in sei capitoli e poi proiettali in un disordine cronologico, che sembri casuale, e che casuale non è, ma calcolato con astuzia da una sceneggiatura che decide come e quando dire.
Ogni pezzo dell’incastro, di derivazione tarantiniana, come in un puzzle smontato ci farà capire – credere di capire – che cosa sta davvero succedendo tra un uomo e una donna, durante una notte e un giorno nelle verdi ma semi deserte campagne dell’Oregon. Tra un inseguimento in auto e a piedi (la folle corsa di una donna ferita), tra una fucilata e una seduttiva e ambigua chiacchierata (molto ben scritta) sulla soglia di un motel, tra un amplesso violento e il momentaneo rifugio in una villa di nonnini hippies, il puzzle rotto viene servito su grande schermo da una gloriosa pellicola in 35 mm. L’allure da film di una volta, oltre che di un regista scaltro e svelto come JT Mollner, è merito di Giovanni Ribisi, ex ragazzo cool del cinema Usa che qui debutta come direttore della fotografia. Ma perché Strange Darling funzioni al meglio ci volevano anche due magnifici interpreti, e dunque: applausi a Kyle Gallner e Willa Fitzgerald, sempre seduttivi, nervosi, ambigui (e un plauso, nei ruoli di contorno, a Barbara Hershey e Ed Begley Jr).
Il gioco è scoprire chi sono davvero lui e lei, Gallner e Fitzgerald, e quali rapporti intercorrono tra di loro, visto che l’uomo è designato come Demon (apparentemente un carnefice) e la donna come The Lady (potenzialmente una vittima). Soprattutto perché c’è un serial killer in giro, con il quale non sarebbe una buona idea, per esempio, dividere pratiche sadomaso. Demon e The Lady giocano per noi, andando avanti e indietro nel tempo del film, uno spettacolare cat and mouse game, fino all’arrivo della polizia, due agenti che litigano tra di loro per questioni di gender.
Strange Darling di JT Mollner ha avuto ogni sorta di problemi produttivi, compreso lo stop delle riprese sancito dai dirigenti Miramax, che volevano sostituire Willa Fitzgerald (idioti!). Per non dire dei tentativi di rimontare tutto seguendo l’ordine cronologico dei fatti. Un’altra fesseria: la suspense e i misteri della storia nascono proprio dalla confusione tra tempi diversi.
Il regista e Giovanni Ribisi, pure producer e onorato con un cameo, hanno tenuto duro e gli incassi in USA hanno dato loro ragione, trasformando in vil denaro i prestigiosi endorsement di Stephen King, Mike Flanagan e J.J. Abrams.
Spoiler Strange Darling è uno dei pochi titoli recenti in cui il sesso femminile non è rappresentato come debole e negletto, nonché vittima sacrificale della prepotenza del maschio stupratore e killer. Anzi. Può fare anche discutere, oltre a divertire e spaventare, questo Strange Darling di JT Mollner.