Leggendo con notevole ritardo To Paradise di Hanya Yanagihara (Verso il paradiso, Feltrinelli 2022), mi ha colpito – come si diceva nei temi delle medie – la scena in cui Eden, cino americana proletaria, bassa e sovrappeso e di non binaria identità sessuale, rimane letteralmente alla porta di un’aristocratica cena a cui è stata inopinatamente invitata.
È una cena di maschi bianchi, anziani e ricchi, che si deliziano con un catering raffinato, supervisionato da un altro maschio bianco âgè, il maggiordomo di casa.
Eden è stata invitata perché l’anfitrione – Charles, socio di un importante studio newyorchese di avvocati – desidera conoscere la migliore amica del suo amante, il giovane hawaiano David, assistente di studio divenuto suo compagno di vita. Ma Eden non riesce a suonare il campanello, guarda la cena da fuori, la spia in piedi sui suoi anfibi militari rabberciati, ma proprio non ce la fa. Finché non scopre che la signorile magione sita a Washington Square ha una porta di servizio, forse più adatta a lei…
Comunque. Rabbia e disagio, avversione e imbarazzo si saldano in un rifiuto morale e politico. Quello dietro al vetro è il mondo che Eden odia e combatte, e da cui è ignorata o, al meglio, disprezzata. Conta poco che qui, nella scena del romanzone un po’ dickensiano e ottocentesco e molto ucronico e distopico di Hanya Yanagihara – l’azione si svolge nel 1993 durante una pestilenza sessuale innominata ma simile all’Aids – conta poco, dicevo, che i vecchi e ricchi maschi bianchi pratichino senza evidente stigma sociale l’omosessualità e siano all’apparenza colti e illuminati: sono egualmente loro quelli che decidono chi includere ed escludere dalla loro tavola imbandita…
Probabilmente quando ha scritto Verso il Paradiso Hanya Yanagihara – scrittrice che è un coacervo di nazionalità – pensava che l’atto di includere fosse il cardine di una sacrosanta lotta progressista – magari sotto l’abusata e pedante bandiera della cultura woke – ma forse non si aspettava che la pratica dell’esclusione si sarebbe ripresentata a breve termine in azioni così incredibilmente reali e cruciali negli USA del 2025.
Includere (pochi) ed escludere (molti) è infatti l’ossessione rabbiosa, che da qualche mese caratterizza l’azione del vecchio maschio bianco che siede alla Casa Bianca, il tycoon bullo che vorrebbe farsi dittatore di almeno mezzo mondo come il suo omologo russo. Vecchi maschi bianchi ricchi come Donald Trump hanno da sempre il comando ma forse mai come oggi, in cui dovrebbero essere un anacronismo in termini di potere, risultano pericolosamente influenti sulla nostra vita, sono i signori di ogni prossima guerra, non soltanto commerciale.
Leggo Verso il Paradiso e sono attirato, pagina dopo pagina, verso la terza parte del libro. Approdati in un fantascientifico 2093, Hanya Yanagihara reinventa temporalmente e rimescola con l’arte sofisticata di un narratore popolare la genealogia dei personaggi e i temi disseminati nelle precedenti due tranche del suo romanzo-sinfonia. Temi che riportano tutti all’accettazione e al rifiuto: l’etnia che si avvelena diventando razza, la famiglia come sede di affetti prepotenti e del potere, le difficoltà della scelta sessuale, il contrapporsi di ricchezza e povertà, la ricerca di giustizia sociale e individuale, spesso accompagnata dalla disperata nostalgia di un paradiso in terra, che attraversa i suoi umanissimi eroi…
Mentre leggo, in televisione e sui social network passano le facce di vecchi maschi bianchi e ricchi, i cui volti sono deformati dall’età, quasi grotteschi. Trump ricorda i cattivi disegnati dal lombrosiano Chester Gould nelle strisce reazionarie ma avvincenti di Dick Tracy. Ma sono (almeno lo credo) altrettanto orribili a vedersi dal punto di vista di chi è giovane nel 2025, anche il levigato e marmoreo viso di Putin e quello del genocida di Israele, Netanyahu, aureolato da un volgare riporto impiegatizio, e persino quello del povero Papa – includo anche lui, e perché non dovrei?, tra i decrepiti signori della Terra – lui che di paradisi si intende e prega con le cannule dell’ossigeno al naso…
Nella foto in alto, Hanya Yanagihara a una cena di lettori (credit: Image Credit: Nuri Arunbiarti. A New York Night With Hanya Yanagihara. Room4Dessert by UWRF is licensed under CC BY 2.0.)