Non cambia nulla: Sergio Mattarella resta capo dello Stato e Mario Draghi presidente del Consiglio.
I problemi della politica sono rimandati in vista del confronto che ci sarà alle elezioni politiche del 2023 per fine legislatura o in anticipo nell’anno corrente.
A me viene in mente la canzone di Enzo Jannacci: “E sempre allegri bisogna stare perché piangere fa male al re, fa male al principe e al cardinale ecc. ecc.”.
Giudizi sulle singole forze politiche non ne vorrei dare, nel senso che Giorgia Meloni resta dove stava prima, in attesa di lucrare sulla disgraziata gestione di questa fase da parte di Salvini. Matteo Salvini sarà alle prese con una disfatta. Enrico Letta ha avuto buon gioco muovendosi stando fermo. Silvio Berlusconi potrà scegliere fra una ricca Rsa o una delle sue ville. Matteo Renzi, dopo le prossime elezioni, credo che conterà più niente.
Ricostruire un rapporto fecondo con l’M5s per il Pd non sarà un’impresa impossibile, ma richiederà un colpo d’ala da parte di entrambi che non so se farà in tempo a manifestarsi.