Lei sul palco è felice. Felice in modo tanto evidente che anche noi del pubblico riusciamo a coglierla, questa felicità, mentre la seguiamo nello spettacolo Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione che interpreta sola, ballando e cantando e parlando, con un’energia incredibile.
Lei, Lella Costa, dedica un minuto, a volte anche meno, a ciascuna delle donne i cui nomi scorrono su uno schermo sul fondo della scena. 100 minuti per 100 donne famose o sconosciute, che “entrano” una dopo l’altra, chiamate con una citazione, un accento, una smorfia, una canzone, un ricordo, una poesia, una risata. O anche solo con il nome, ché a volte non serve aggiungere altro. Sono tutte intraprendenti, controcorrente, spesso perseguitate o incomprese, impegnate a raggiungere traguardi che sembravano inarrivabili, se non addirittura impensabili. Donne valorose che hanno segnato la storia, hanno contribuito all’evoluzione dell’umanità, hanno migliorato il mondo, ma che raramente (“per uno strano sortilegio”) vengono ricordate, non sempre appaiono nei libri di storia né sono riconosciute come maestre e pioniere.
Il titolo, Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione, nasce dall’espressione di una delle 100, l’anarchica russa Emma Goldman. Lo spettacolo, in questi giorni al Teatro Carcano di Milano, prende ispirazione dal libro di Serena Dandini Il catalogo delle donne valorose (Mondadori), che di donne ne raccoglie una trentina. A farle diventare molte di più è stata la regista Serena Sinigaglia, che con Lella Costa è direttrice artistica del Carcano. Dalle 93 della prima stesura dello spettacolo fermato, appena dopo il debutto, dalla pandemia nel 2020, oggi sono diventate 100.
Ci sono Mary Anderson, che ha inventato il tergicristallo. Lillian Gilbreth, che ha ideato la pattumiera a pedale. Maria Telkes e l’architetto Eleanor Raymond, che hanno dato vita ai pannelli solari. E poi Marie Curie, Nobel per la fisica, e Olympe De Gouges che scrisse la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. E Tina Anselmi, primo ministro della Repubblica italiana, e Tina Modotti, la fotografa guerrigliera. E Pina Bausch che descrisse la vita danzando. E Anna Politkovskaja, llaria Alpi, Daphne Caruana Galizia, giornaliste uccise per avere denunciato verità scomode. E Ingrid Bètancourt, Hannah Arendt, Annie Besant, Grazia Deledda, Iolanda D’Aragona, Anna Frank, Eloisa, Artemisia Gentileschi. E molte, molte altre.
«Questo spettacolo non è retorica, non è una rivendicazione, non è contro nessuno» spiega Lella Costa nel corso del primo appuntamento di Incontri a colazione, rassegna organizzata da Cascina Cuccagna di Milano in collaborazione con il Teatro Carcano e Un posto a Milano per far incontrare gli attori al loro pubblico. «È una dichiarazione di intenti, l’evocazione di 100 donne». E metterlo in scena «sì, è felicità assoluta, un privilegio poter fare questo teatro che è contemporaneo, che porta bellezza, intelligenza, talenti di una parte di mondo, quello femminile, che non è mai stata raccontata». Un privilegio, lo chiama Lella Costa, «ancor più se pensiamo a quello che abbiamo attraversato in questi due anni e quello che stiamo vivendo adesso». Perché le epidemie accadono «ma le guerre si fanno. E si fanno perché qualcuno le decide. La guerra è di per sé un crimine».
«Stare in mezzo alle cose belle ti permea» aggiunge la regista Serena Sinigaglia. «E insistere sull’andare a teatro in un’epoca come la nostra risintonizza tutti noi sulla bellezza. Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione è teatro e bisogna vederlo a teatro. È la sua forma».
Al tour si affianca #ioballoperlei, il progetto di The Circle Italia Onlus, rivolto a tutti e in particolare ai più giovani, chiamati a raccontare la propria donna valorosa, per contribuire alla stesura di un nuovo grande catalogo. È possibile partecipare taggando sui social, con l’hastag #ioballoperlei e @thecircleitalia, una foto, una poesia, un pensiero sulla donna cui ci si ispira.
Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione, con Lella Costa. Progetto drammaturgico di Serena Sinigaglia, scrittura scenica di Lella Costa e Gabriele Scotti, scene di Maria Spazzi, regia di Serena Sinigaglia. Fino al 14 aprile al Teatro Carcano di Milano.
credito foto in apertura: Rossetti-PHOCUS