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Allonsanfàn
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Stranger Things a lezione dal professor King

The new season of STRANGER THING is really cool – as good or better than the previous three. There’s even a CARRIE riff Parola di Stephen King, che in un tweet ha espresso un pensiero condiviso da molti suoi appassionati lettori. In effetti le prime puntate della quarta stagione evocano la vicenda del primo, storico romanzo kinghiano, con protagonista una ragazza dotata di speciali poteri (Carrie, e così Undici nella serie) che per diverse ragioni è “strana”, diversa, ingenua, e subisce un tremendo bullismo scolastico.

Ma l’omaggio “al più Grande Raccontafiabe dell’Occidente” è molto più ampio da parte di Stranger Things, che è giunta a una sontuosa quarta stagione, con accenti ancora più horror delle precedenti (la prima e la seconda sono state un thriller soprannaturale; la terza si è trasformata in un epico assedio alla George Romero; la quarta è horror puro, ispirato decisamente all’estetica di Sam Raimi). Ciò che la serie deve a Kingpiù che in termini di citazioni, potremmo quasi dire di intere linee narrative attinge a molti suoi romanzi. Tra i gruppi di appassionati si è aperta una “caccia alla citazione”.

La prima, impossibile non vederla, ovviamente riguarda IT. A partire dal tema del “luogo maledetto”. Cosa diavolo c’è a Hawkins, si chiedono i personaggi di Stranger Things, che concentra tanta malvagità? Chi conosce IT sa bene che il romanzo è innervato da una dinamica del luogo, infatti Stephen King fa sì che la scena in cui si consuma la vicenda non sia mai semplicemente uno “sfondo”. Derry, Castle Rock, Ludlow: tutte le più celebri location dei suoi romanzi sono piccole cittadine degli Stati del Nordest, sogni americani fatti di una main street, farmacista, cinema, plesso scolastico. Una buccia di tranquillità su un frutto malato.

Continuando con IT, incontriamo i ragazzi. La magia dell’infanzia è fondamentale, nella narrativa di King, perché i bambini credono, credono nella paura come nella speranza, e non sono ancora stati corrotti dal cinismo e dalla delusione.

A Derry come a Hawkins c’è un gruppo di ragazzini alle soglie dell’adolescenza che sono grandi amici. Un po’ nerd, un po’ fuori fuoco rispetto alle attese sociali dei coetanei, sono la classica banda di loser sempre in fuga da qualche bullo. Sono gli unici che “vedono” il male per quello che è (mentre gli adulti sembrano ciechi) e che hanno il coraggio di combatterlo, di sfidarlo a viso aperto. Fin qui, le trame di IT e di ST corrono in copia-carbone. E ci fanno sognare, così come hanno ispirato intere generazioni. Viene in mente la frase che apre il film Stand By Me, tratto dalla novella Il corpo: Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a 12 anni. Gesù, ma chi li ha?”.

Questo, in qualche modo, ci dà la sostanza di cui è fatto Stranger Things, i suoi numi tutelari, continuamente evocati nelle scene salienti della storia (guarda caso, anche una passeggiata lungo i binari di un treno, nella seconda stagione).

Stranger Things è una serie tv Usa del 2016, ideata da Matt e Ross Duffer e prodotta da Camp Hero Productions e 21 Laps Entertainment per Netflix

Poi, bisogna fare i conti anche con L’incendiaria e L’Istituto. È il secondo fronte narrativo di Stranger Things, che attinge alla controinformazione anni Ottanta: i laboratori militari, lo spionaggio sovietico, la paranoia del controllo, le zone off limits nel bosco o nel deserto del New Mexico. Ecco, in Firestarter King racconta di una bambina con speciali poteri nata da due genitori che hanno preso parte a un esperimento governativo. Ne L’Istituto c’è una situazione analoga, con aderenze quasi manifeste alla saga degli X-Men.

Come non pensare a Undici, protagonista assoluta di Stranger Things, che vive in un laboratorio governativo supersegreto ai margini di Hawkins, gestito da un Matthew Modine ingrigito e manipolatore, che l’ha tolta alla madre e si fa chiamare “papà”? Siamo in un luogo in cui ragazzi con poteri speciali vengono testati per scopi bellico-strategici, ma poi un giorno uno degli esperimenti scappa e…

Infine, per chi conosce anche il King della saga della Torre Nera – che può essere considerata la “chiave di lettura” dell’intera, sterminata cosmologia del Re – questa storia del Sottosopra, un mondo parallelo al nostro i cui abitanti, di tanto in tanto, penetrano attraverso dei varchi… e il fatto che ragazzi con poteri sovrumani (frangitori) possano creare crepe nell’equilibrio tra i mondi… be’, eccoci qua, siamo quasi alla chiusura di un cerchio.

 

Credits: Stephen King by robbophotos is licensed under CC BY 2.0. Stephen King visits USO Warrior Center by The USO is licensed under CC BY-NC-ND 2.0

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