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Milano. A teatro le voci di chi vive a Gaza

A Milano a teatro come a Gaza. Con un progetto-spettacolo-incontro intitolato Gaza ora – messages from a dear friend, giovedì 29 agosto alle 21 a Villa Scheibler, quartiere di Quarto Oggiaro.

Gaza ora è un progetto di ascolto collettivo che porta il pubblico dentro la città assediata attraverso la lettura delle testimonianze di Hossam al-Madhoum, regista e produttore teatrale della compagnia Theatre for Everybody a Gaza. Lo mette in scena il Teatro Carcano nell’ambito della seconda edizione di Imagine – Carcano in Villa – Festival delle Connessioni Umane, che si tiene tra Villa Scheibler, Comunità di Villapizzone e il Parco Monte Stella a Milano. Una settimana itinerante di spettacoli – tra gli artisti Lella Costa, Laura Curino, Lucilla Giagnoni, Giulio Scarpati, Niccolò Fettarappa – fino al 1° settembre.

Gaza ora - messages from a dear friend

Il festival, a ingresso gratuito, è diretto da Serena Sinigaglia, codirettrice dal 2021 del Carcano, e rientra negli otto progetti selezionati e finanziati all’interno del bando Milano è viva nei quartieri del Comune.

Gaza ora – messages from a dear friend è un esperimento di drammaturgia diretta, spiegano gli organizzatori. Gli scritti di Hossam al-Madhoun, costruiti sulla base di resoconti diretti di chi sta vivendo una carastrofe umanitaria, sono portati da un coro di voci che chiama la pace. Tra le voci, quelle di Lella Costa, Maddalena Crippa, Malina De Carlo, Valentina Carnelutti, Angelo Romagnoli, Tanita Spang, Dalal Suleiman, Jonathan Chadwick, Ruth Lass, Iante Roach.

Il progetto è un adattamento di Messages from Gaza now di Az Theatre a Londra, nato da una lunga collaborazione tra la compagnia teatrale londinese e quella di Gaza.

Gaza ora - messages from a dear friend

Da più di vent’anni Serena Sinigaglia dirige progetti sociali e di teatro partecipato. «Di fronte alle guerre, alle ingiustizie sociali, alle aggressioni digitali, alla mancanza di valori, di direzioni condivise, di equità e rispetto fra gli esseri umani, appare sempre più difficile immaginare il futuro, sognare o anche soltanto coltivare prospettive più ampie della mera sopravvivenza o del “consumo”» dice. «Il mondo è cambiato e il teatro, che ne è lo specchio, anche: la rivoluzione digitale ha impattato nelle nostre vite, trasformandone radicalmente i presupposti di incontro, conoscenza, lavoro e svago. Lo spettacolo serale non è più centrale come lo era un tempo. Possiamo ascoltare e vedere migliaia di storie con un semplice click. Ciò che però non possiamo fare è incontrare gli altri. Questo lo possiamo fare in maniera completa solo a teatro, nel qui e ora convenuto per l’incontro, che diventa innanzitutto lo spazio, qualsiasi esso sia, che permette e definisce l’incontro, la prossimità sociale, il corpo a corpo. Così il teatro combatte l’alienazione contemporanea, la solitudine del gesto, la frammentazione della polis. Il teatro è una voce che può unirsi ad altre, dare il proprio contributo per la costruzione di un mondo più sano. Deve accendere la luce della dialettica, affrontare lo sforzo di accogliere la diversità, difendere la durata dei rapporti e collaborare costantemente con l’incertezza».

Tutte le informazioni sul Imagine – Carcano in Villa – Festival delle Connessioni Umane e su Gaza ora – messages from a dear friend si trovano sul sito del Teatro Carcano.

credit foto in apertura: Stefano Laboragine

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