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FestivalFilosofia. Michela Marzano ai bambini: la filosofia è luce

Parlare di filosofia ai bambini. Affrontare con loro temi che possono essere complessi anche per gli adulti.

Ci ha provato, con successo, Michela Marzano, docente universitaria di filosofia morale a Parigi, nel corso di una conferenza stampa organizzata a Modena, al FestivalFilosofia edizione 2024, in occasione della presentazione della sua lectio magistralis intitolata “Dimmi chi sono”.

In sala, insieme ai giornalisti, entra una classe di dodicenni. «Siete proprio piccoli» commenta sorridendo Marzano, con uno sguardo tra il divertito e il preoccupato. Decidendo, a quel punto, di “parlare chiaro e semplice”.

«Il tema della mia lezione è l’identità personale» spiega. «Ognuno di noi si chiede “io chi sono”: è una domanda classica della filosofia, nata nel 1700 con John Locke, filosofo empirista. Locke ha dato una risposta abbastanza complessa. Ha detto infatti che, per capire chi siamo, dobbiamo avere la consapevolezza di noi, di ciò che abbiamo fatto, e dobbiamo anche ricordarcelo. Quindi: autoconsapevolezza, memoria e responsabilità. Con il passare del tempo la questione è diventata più difficile».

E oggi? «La risposta è spesso semplicistica. Sono gli altri a dirci chi siamo, e siamo noi a chiedere agli altri di definirci. Quando si è piccoli (usa sempre questo termine rivolgendosi ai ragazzini) e poi adolescenti, quando si comincia a non sapere chi si è, si aspetta che la risposta venga da qualcun altro».

Tante volte questa ricerca si esprime con una serie di sintomi: «C’è chi ha un problema con il cibo, chi un problema di tagli, chi un problema di ansia. Le etichette che vengono date (“tu sei anoressica, tu sei ansioso”) fanno da coagulante a livello identitario, ma chiudono all’interno di una gabbia che fa sì che, con il passare del tempo, si abbia poi difficoltà a essere altro rispetto a quella determinata patologia». Non è tutto: «C’è anche il peso delle aspettative altrui, quelle degli adulti: tu da grande farai, tu diventerai, tu realizzerai…».

Ciò non significa che ai giovanissimi non debbano venire prospettati scenari di crescita e realizzazione. «Ma c’è una differenza tra “tu sarai” e “esistono delle possibilità”. Un punto è aprire l’orizzonte delle speranze. Un altro è il “dover essere” che schiaccia. Perché si rischia di attribuire alla persona che si ha di fronte, si tratti di un figlio o di uno studente, quelli che sono i propri sogni e talvolta anche le proprie frustrazioni (“tu sarai quello che io non sono stata capace di essere”)».

È a questo punto che tra i dodicenni si alzano le mani.

Chiede Francesca: professoressa, che cos’è la filosofia per lei?

«La filosofia è stata per me il primo modo attraverso il quale sono riuscita a trovare le parole per dire quello che sentivo» risponde Michela Marzano. «Ha rappresentato un percorso che mi ha permesso di articolare meglio le domande agli adulti. Un modo per mettere ordine tra i miei concetti, di fronte ai quali ho una sensazione di libertà infinita perché la filosofia mi permette di collegarli l’uno all’altro passando da alterità ad ascolto, da ascolto a vista, da vista a ragionamento, da ragionamento a legame, da legame ad amore e così via. Immediatamente tutto mi si chiarisce. Cos’è per me la filosofia? È luce».

festival filosofia marzano bambini
Michela Marzano (a destra) all’incontro stampa del FestivalFilosofia a cui ha partecipato anche una classe di dodicenni.

Perché bisognerebbe fare filosofia alla nostra età, chiede Fabiola. E che cosa c’entra la filosofia con la psiche (tema del FestivaFilosofia2024). La domanda della dodicenne potrebbe sconcertare, ma Michela Marzano non si scompone.

«La filosofia si dovrebbe fare da subito. Ho due nipotini di 5 e 2 anni e mezzo: con Jacopo, il più grande, ho già iniziato a leggere “i libri del perché”. In uno si chiede perché esista l’ombelico. La risposta ricorda al bambino la sua crescita nel ventre materno, il suo non essere allora indipendente, l’aver bisogno per respirare e nutrirsi tramite il cordone ombelicale… Un tema filosofico, perché si parla di un legame e della difficoltà di sopravvivere in solitudine. Perché si dà una mappatura, si aiuta a formulare meglio le domande…».

La questione della psiche: «In termini filosofici inizialmente si parlava di anima. Del rapporto tra il pensiero e il corpo. Poi, pian piano, ci si è resi conto che il pensiero e l’anima avevano una serie di sfaccettature e tra queste sfaccettature c’è anche una parte inconscia. La filosofia serve a pensare a tutto questo».

Infine la domanda di Samyr: filosofia e religione danno risposte alle grandi domande che l’essere umano si pone. È così?

«Sono diverse» risponde Michela Marzano. «Quando si parla di religione si parla di fede e la fede è quasi una grazia. Un dono che qualcuno ha avuto e altri no. Chi crede ha la fortuna di abbandonarsi a chi – onnipotente – può tutto. Ma noi siamo essere finiti che possiamo molto poco e la filosofia ci aiuta a ragionare, con i nostri mezzi limitati».

credit foto in apertura: “Luces en el Pinar de Liencres (Led Lenser X21)” by www.fotografianocturna.net is licensed under CC BY-NC-ND 2.0.

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