Ai tempi (ormai remoti) in cui andavamo a catechismo, a noi bambini piaceva disegnare su un quadernetto, accanto al riassunto con i commenti virtuosi pilotati dal catechista, gli episodi più noti dell’Antico Testamento.
Ricordo il piacere un po’ splatter di poter raffigurare il saggio re Salomone mentre si appresta a dividere a metà, con una spada imperiosa, il neonato conteso da due madri e solo all’ultimo fermarsi quando la vera genitrice, pur di non sacrificare il pargolo, si dice disposta a cederlo all’altra, la mentitrice (e in quel momento Salomone capisce chi lo aveva davvero partorito).
Anche il giovanissimo Davide, efebo delicato e rosso di capelli, che con la sola fionda sfida e abbatte quel gigante burino di Golia, faceva parte della nostra collezione preferita. Così come era bello colorare una culla di vimini dentro cui giace il piccolo Mosé, nascosto fra i giunchi di un fiume e poi adottato da una graziosa principessa egizia.
E quel senso di infantile meraviglia e nostalgia per tempi così antichi e immaginari – o se non altro immaginati -, quel ritrovare leggende e miti familiari (ma poi ben poco approfonditi perché oggi chi la legge più la Bibbia?) spiega in gran parte il successo di Il Dio dei nostri Padri – il grande romanzo della Bibbia, rivisitata, spiegata, interpretata con occhi e penna e sensibilità moderna da Aldo Cazzullo (HarperCollins) – detto per inciso: è stato il libro più venduto in Italia nel 2024, fonte IlLibraio.it
Con delicatissima ironia, ma nessuna irriverenza, l’autore ci ripresenta così la coppia più celebre della storia, in cui Eva, curiosa e irrequieta ben più del docile e naïf Adamo, addenta la mela della conoscenza e la porge al “marito”, rinunciando a un Eden rispettabile e noioso come la Svizzera per farsi catapultare nel mondo, dove si muore (e chi se lo immaginava?), pieno di dolori, imprevisti, guerre, omicidi, sofferenze. Insomma, che la festa inizi, una festa ininterrotta e spaventosa, e magnifica anche, dove tutti sono invitati. Da quel momento in poi, e fino alla nascita di Gesù, con la “svolta misericordiosa” di suo padre, e il sacrificio dell’essere umano più altruista mai vissuto, assistiamo alle manifestazioni senza freni di un Dio difficile da concepire, almeno per noi moderni: incazzoso, permaloso, spietato, accanito supporter del suo popolo preferito, gli Ebrei, ma pronto anche a punirli con tremendissimi castighi, contraddittorio, violento e dotato di una soprannaturale petulanza, visto che parla, dialoga, discute, minaccia, interpella, chiama di notte, si esprime dentro cespugli ardenti e con altre trovate da prestigiatore. Più simile a un capriccioso dio dell’Olimpo, legato a doppio filo ai suoi figli terrestri, che al Dio benevolente che siamo abituati a pregare quando le cose si mettono male.
Appassionante come il più avvincente dei fumetti, e suggestivo come una grandiosa saga familiare, la Bibbia ci regala momenti indimenticabili: le sette piaghe d’Egitto fanno ancora paura, l’immagine del mare che si spacca e si divide in due altissime muraglie come una tempesta perfetta o uno tsunami incombente per far passare il popolo ebreo inseguito dagli Egizi (su cui si richiudono le onde) è una scena di inarrivabile potenza. A chi come noi è serenamente ateo, la parte migliore della Bibbia è proprio l’inizio, con l’incipit – ha ragione Cazzullo – più folgorante mai scritto: «In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta, le tenebre ricoprivano l’abisso, e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque». E ancora: «Dio separò la luce dalle tenebre. Chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E su sera e fu mattina: primo giorno».
Assomiglia, in versione “devota”, al Big Bang ipotizzato dall’astrofisica.Prima non c’era nulla, in un istante ci fu tutto. Nascevano la materia, il tempo, l’universo, noi. Fu la mano di un Dio che, ancora oggi, si interessa delle nostre miserevoli sorti? O fu una “singolarità” di densità infinita che esplose senza consapevolezza e senza intenzione? Per chi crede, solo i morti lo sanno. Così fosse, sapranno anche che carattere ha davvero il Creatore, se collerico e terribile, o se nel fondo del suo sguardo insostenibile si intravede un divino sorriso.
Il libro Il Dio dei nostri Padri di Aldo Cazzullo (HarperCollins)