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Allonsanfàn

Simenon. La prigione dove siamo chiusi tutti

Come si cambia. Credo che mi piaccia leggere Georges Simenon perché mi risveglia il ricordo di un mondo passato, dai contorni netti, quello cui appartenevano i lettori frettolosi (come me), che compravano un Maigret all’edicola della stazione, un volumetto poliziesco ideale per una media percorrenza su un treno sferragliante. Ricordo, da ragazzino – quindi quasi …

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Thomas Bernhard al Gelo

Osservare un pittore per conto del fratello chirurgo, suo mentore negli studi di medicina, e farne un rendiconto: è il compito segreto del giovane narratore, un praticante (anche della vita), che si reca con un treno fantasma, lordo di sangue d’uccello, in un isolato paese di idioti, cioè di gente comune – un paese sorvegliato …

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Ortese, Il Monaciello di Napoli e i primi fantasmi

Avevamo lasciato Anna Maria Ortese (1914-1998) in una sorta di esilio nel borgo di Sant’Agata dei due Golfi. La vocazione letteraria, diventata realtà, trovava sbocco nei libri e sulle riviste e si nutriva di viaggi veri o progettati. C’era Ortese febbricitante di gioventù nel volumetto Vera gioia è vestita di dolore. Lettere a Mattia (Piccola …

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Yang Jisheng. Lapidi per la Grande Carestia nella Cina di Mao

Eccoci subito in medias res. Cina, fine anni Cinquanta: le comuni nelle campagne sono la chiave di volta della transizione verso il comunismo. I quadri di partito, insieme ai militari, giacciono proni al potere teocratico del visionario Mao Zedong, e fanno da cinghia di trasmissione ai suoi ordini. Volenti o nolenti, più spesso servili e …

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Leggendo L’assistente. Walser, Sebald e il Paese del Lapis

Per molti anni, ho creduto che Robert Walser avesse scritto soltanto La passeggiata (1917, Adelphi 1976), a cui avevo accostato in uno scaffale l’intonso Passeggiate con Robert Walser (Adelphi 1981) di Carl Seelig, l’amico mecenate che curò l’opera di Walser e ne evitò l’oblio – dal 1936 al 1956, per vent’anni lo scrittore è ricoverato nell’istituto psichiatrico …

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Céline, un anno di Guerra

L’anno scorso si è potuto leggere in traduzione l’inedito Guerra di Louis-Ferdinand Céline, risalente (sembra) al 1934 (Gallimard in Francia, Adelphi da noi). Lo scrittore più divisivo del Novecento si è ripresentato con un romanzo nato dalla sua biografia e dalla testa forse ferita (anche metaforicamente) in una Grande guerra che gli è rimasta impressa addosso, scolpita …

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