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Allonsanfàn

Giuliana Maldini… e allora balliamo

Giuliana Maldini, prima donna ad aver pubblicato un libro di vignette – era il 1978 – è una femminista vera che si mette il rossetto rosso, indossa con disinvoltura le scarpe coi tacchi e può capitare di intercettare con una collana fatta di matite di mille colori. Tentare di restituire a parole l’immagine fisica dell’autrice …

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E Torquato Tasso giocò la carta di Armida

Bionda e incredibilmente sexy: Torquato Tasso ha bisogno di un nuovo personaggio femminile per rendere un po’ più avvincente la Gerusalemme liberata e quindi, in mezzo a tutti quei guerrieri virilmente eterosessuali che combattono per il controllo della città santa, si inventa Armida. Lo stesso che fanno quattro secoli dopo Bob Kane e Bill Finger quando creano …

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Viaggi. Berlino non è Berlino

Berlin is not Berlin. Recita, in inglese, il manifesto di un festival sul quale campeggia la figura di un animale mezzo orso, il simbolo della città, e mezzo cavallo. E Berlin è ripetuto ossessivamente su insegne dei negozi, locandine di spettacoli, caffetterie, sticker, feste di quartiere, sfere autoreferenziali, furgoni dei trasporti, Ape Piaggio per trip …

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Asteroid City, c’è il Cinema nel nulla del deserto

Asteroid City è favoloso. Una croccante favola per occhi e mente, che riporta Wes Anderson alle vette di Grand Budapest Hotel. Siamo dalle parti del cinema nel cinema, anzi, qui del teatro e della televisione nel cinema, en abyme, una scatola dentro l’altra. Ma guai a chiamare manierismo questo giocattolo divertentissimo! Piuttosto è una riflessione …

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Copenhagen Cowboy. L’odissea zero di Nicolas Winding Refn

Nell’universo dandy decadente di Nicolas Winding Refn “tutto è ordine bellezza lusso calma e voluttà” ma anche afasia, neon, malignità. Roba da far vedere i sorci verdi, fluo ovvio, a quel logorroico di Sorkin! Qui ogni narrazione è solo un pretesto per inquadrature barocche e svolazzi dervisci panoramici con funzione 360 gradi, volti impassibili come …

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Latronico. La chiave di Berlino nelle memorie di un expat

Il vuoto inquietante ma attrattivo, e comunque misteriosamente incolmabile, dell’aeroporto storico di Tempelhof, poco più in là rispetto ad Alexanderplatz: dal 2008, si spalanca al bordo di una Berlino che, caduto il famigerato muro, sembra (sembrò) essa stessa un grande, enorme vuoto da riempire. Gli interminabili anni Venti, non questi, ma quelli del secolo scorso, …

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