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Allonsanfàn

Il western di Soderbergh. Godless, una ballata di donne, cavalli e fuorilegge

Se il «selvaggio West» è un luogo intramontabile del nostro immaginario, un po’ come l’isola dei pirati o la giungla di Sandokan, ecco che l’immaginario di Steven Soderbergh lo rilancia alla sua maniera con la serie Godless, in sei episodi su Netflix. Ossia mischiando gustosamente tutti gli stereotipi del genere (il pistolero più veloce, il …

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La strada Torino Spiritualità Lo Cascio

Torino Spiritualità. L’olocausto di McCarthy nel reading di Lo Cascio

Un uomo e un bambino, padre e figlio, camminano per strade di cenere e paesaggi sfiniti. Viaggiano in un olocausto nucleare, verso la costa, verso un mare che (forse) è ancora blu. Convinti di essere i buoni, quelli che “portano il fuoco” in un universo da cui è stata bandita ogni altra luce. Anima e …

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Tobias Wolff e la guerra. In Vietnam con l’esercito del Faraone

Non so da dove è saltata fuori, tra i miei libri, una raccolta di racconti di Tobias Wolff, Back in the World, 1985, autografata con una grafia elegante e decisa, come se le lettere fossero dei sottili e ripidi tagli d’inchiostro sul frontespizio… Sono ritornato così a seguire le tracce di Wolff, classe 1945, che …

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Lettera per lettera: chi ha scritto Hollywood?

Cosa hanno in comune Alice Cooper e Andy Williams? Il rocker che gioca con il macabro e l’horror e il crooner amato dalle mamme, star della televisione degli anni Sessanta? Quasi nulla, a parte la professione. Neppure le idee politiche, visto che il primo è un convinto repubblicano, mentre il secondo è un democratico, amico …

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Vivement dimanche. La magia di Truffaut più forte del furore woke

Vivement dimanche (Finalmente domenica, 1983) è l’ultimo film di François Truffaut. Un destino bastardo, sotto forma di tumore al cervello, lo uccide l’anno dopo, in ottobre, proprio mentre amava tantissimo Fanny Ardant, e da lei aveva appena avuto una bimba, Joséphine. Con un noir allegro, una scena finale lieve come una bolla di sapone, inno al …

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Venezia 81. Una Dea e gli altri, in corsa per un Leone

Bisogna andare a Venezia per vedere April di Dea K’ulumbegashvili. Vi faccio, adagio, lo spelling? Ecco: ho incontrato altri nomi difficili nella mia esistenza di umile cinefilo – per esempio, pochi competono con Apichatpong Weerasethakul – ma questo della regista georgiana l’ho memorizzato appena ho visto Beginning, il suo primo lungometraggio. C’era uno stupro raccontato …

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