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Allonsanfàn

Ocean Vuong. Dal Vietnam agli Usa, la lettera di un poeta alla madre

La madre, già adulta, guarda un disegno da colorare e ci entra dentro. Il figlio entra in una pagina, scrivendo o leggendo. Si assomigliano, sono l’uno l’altra. Brevemente risplendiamo sulla terra (La Nave di Teseo), primo romanzo del poeta Ocean Vuong, è la storia di una madre e di un figlio emigrati dal Vietnam negli …

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Insegnami la tempesta di Emanuela Canepa e le sue donne sull’orlo di una scena madre

Tre donne. Due amiche per la pelle che “qualcosa” ha separato con uno strappo, tanti anni fa. Una ragazza, diciassettenne, figlia di una delle due, che deve trovare l’amica scomparsa della madre, per sapere un altro “qualcosa”, necessario a compiere una scelta difficile. Tre donne. Un uomo solo, un padre e perdipiù supplente, che elabora …

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Bosch&Ballard e la fiamma nel buio della Babilonia di Connelly

Ero a Los Angeles per la prima volta, alla fine degli anni Novanta, e volai a San Francisco incollato a un paperback preso a caso in aeroporto, Trunk Music di Michael Connelly. Musica dura, in traduzione, ma pure musica per bagagliai, in pratica il posto dove si piazzano i cadaveri. Lo divorai, seguendo le orme …

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Il giorno mangia la notte. La Milano nera due volte di Silvia Bottani

Montato come un film che va veloce, a volte con scene brevi e incisive come le tavole di una graphic novel, Il giorno mangia la notte (SEM), opera prima di Silvia Bottani, ambisce a raccontare la Milano dei giorni nostri, che fa da eco costante alle gesta di personaggi con i piedi negli anni 2020. Né …

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La nuova stagione. Pogando con i punk di Silvia Ballestra

Sto censendo le immaginarie band dei romanzi italiani – un’attività probabilmente molto futile – quelle che vorrei sentire live almeno una volta. Metto un attimo in stand by i Despero di Gianluca Morozzi, che si sono meritati persino il nome nel titolo di un libro, per i Crazy Diamond, che appaiono in una ventina di …

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Grandi scrittori. László Krasznahorkai e l’Ungheria del Barone Wenckheim

Sfondo una porta aperta dicendo che uno dei temi di László Krasznahorkai (Gyula, Ungheria, 1954) è l’aspettare dei pezzenti, l’estrema speranza che agita i miserabili. Si ritrovano in complottante attesa attorno allo Stabilimento abbandonato di Satantango (1985), presidiano il carrozzone misterioso di Melancolia della resistenza (1989), affollano la stazione della cittadina angusta che pare ritrovare …

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