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Allonsanfàn

Bosch&Ballard e la fiamma nel buio della Babilonia di Connelly

Ero a Los Angeles per la prima volta, alla fine degli anni Novanta, e volai a San Francisco incollato a un paperback preso a caso in aeroporto, Trunk Music di Michael Connelly. Musica dura, in traduzione, ma pure musica per bagagliai, in pratica il posto dove si piazzano i cadaveri. Lo divorai, seguendo le orme …

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La leggenda della Tigre di Lugano. Gli 80 anni di Mina

80 anni il 25 marzo. E quasi 42 dal ritiro dalle scene, che data al 23 agosto del 1978, il famoso concerto a Bussoladomani. Grandi cifre. Molte domande. Chissà chi è davvero Mina Mazzini, chissà in quale degli infiniti travestimenti – barbuta o “paperina”, vampira o grassa alla Botero, pelata o stile Pierrot – si …

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Il giorno mangia la notte. La Milano nera due volte di Silvia Bottani

Montato come un film che va veloce, a volte con scene brevi e incisive come le tavole di una graphic novel, Il giorno mangia la notte (SEM), opera prima di Silvia Bottani, ambisce a raccontare la Milano dei giorni nostri, che fa da eco costante alle gesta di personaggi con i piedi negli anni 2020. Né …

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La nuova stagione. Pogando con i punk di Silvia Ballestra

Sto censendo le immaginarie band dei romanzi italiani – un’attività probabilmente molto futile – quelle che vorrei sentire live almeno una volta. Metto un attimo in stand by i Despero di Gianluca Morozzi, che si sono meritati persino il nome nel titolo di un libro, per i Crazy Diamond, che appaiono in una ventina di …

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Sorry We Missed You di Ken Loach. Un van conto la miseria a Newcastle

Ken Loach (1936) ha l’età per aver fatto parte del Free Cinema inglese, che mutò insieme ai cosiddetti Angry Young Men l’orizzonte britannico delle arti. Chi era free scelse nella quotidianità i suoi protagonisti e si votò alla realtà, ferma restando la forte componente “scritta” e teatrale del cinema inglese – basta dire al proposito che, con …

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Grandi scrittori. László Krasznahorkai e l’Ungheria del Barone Wenckheim

Sfondo una porta aperta dicendo che uno dei temi di László Krasznahorkai (Gyula, Ungheria, 1954) è l’aspettare dei pezzenti, l’estrema speranza che agita i miserabili. Si ritrovano in complottante attesa attorno allo Stabilimento abbandonato di Satantango (1985), presidiano il carrozzone misterioso di Melancolia della resistenza (1989), affollano la stazione della cittadina angusta che pare ritrovare …

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