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Allonsanfàn

Libri di culto. Le Vite minuscole di Pierre Michon, compresa la sua

Ci sono libri che nascono di culto, per quello che dicono e per ciò che ci ha puntato sopra l’autore: Pierre Michon, classe 1945, nato nella Creuse, piccolo dipartimento rurale della Francia centrale, a metà degli anni Ottanta fa il botto, come il più talentuoso e disperato degli enfants du pays, con Vite minuscole – …

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Iosif Brodskij. La poesia, il dolore e la ragione

Ecco il caso di un libro di poesie che trova il suo lettore, afferma Iosif Brodskij a conclusione di Un’immodesta proposta, uno dei saggi raccolti in Dolore e ragione. Partiamo da qui, dai giri strani che fanno i libri. Brodskij racconta che quando ancora viveva a Leningrado conobbe un tale che traduceva meravigliose poesie di Robert Frost in russo. …

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L’animale della foresta. Calasso nella tana di Kafka

Si può leggere Franz Kafka (1883–1924) come se fosse un Dino Buzzati praghese assunto dal Corriere – è stato un resistente luogo comune che il giornalista (per lingua e sintassi) Buzzati fosse il Kafka italiano. Oppure si può immaginarlo, Kafka, nei panni fumettistici di un impiegato dell’incubo – ecco un altro cliché -, portandogli la reverenza forzata che …

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Lernet-Holenia torna in guerra con Marte in Ariete

Nel deserto confine tra Austria e Polonia, poco prima dell’invasione, un ufficiale austriaco, Wallmoden, vede passare un opulento treno di borghesi, un direttissimo con cuccette per la notte e carrozza ristorante, che corre tra i due Paesi quasi fosse ignaro della Storia che sta per scatenarsi. E pure l’ufficiale, annoiato dalla leva a scadenza cui …

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Hermann Broch. Noi, i sonnambuli

Scrive Elias Canetti di Hermann Broch (1986-1951): “Non di rado, nelle sue frettolose camminate, Broch veniva a trovarci nella Ferdinandstraße. Mi pareva di vedere in lui un uccello, grande e bellissimo ma con le ali mozze. Sembrava che si ricordasse di un tempo in cui poteva ancora volare…”. Di certo, neanche in disgrazia il passo …

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William S. Burroughs junky forever

“When you stop growing start dying. An addicted never stop growing”. Così dice Faccia di pietra William S. Burroughs (1914-1997) nel Prologo di Junky, dove con l’atonia di uno che se ne fotte di tutto si libera subito delle scemenze alla David Copperfield (direbbe Holden C.). E al termine del Prologo al libretto – che …

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